Il trionfo degli anti euro

martedì, 24 aprile 2012

Il fronte no euro diventerà la prima formazione politica nell’Europa piagata dalla crisi? Uno scenario fantascientifico fino a qualche mese fa, che ora sembra diventare sempre più realistico. L’inquietudine dei mercati per le presidenziali francesi si spiega anche così, con un terzo dell’elettorato francese che si si schiera contro le politiche dell’Unione europea, la moneta unica e le ricette della Banca centrale. Anche nei vicini Paesi Bassi opporsi all’euro significa guadagnare un bonus presso i cittadini. Gli xenofobi del Partito della Libertà di Wilders hanno fatto cadere il governo Rutte, che appoggiavano insieme ai  liberali e ai democristiani, opponendosi all’austerità imposta a tutti i paesi dell’area della moneta unica. La sinistra olandese è risorta, ma se si andasse a votare in questo momento, ipotesi probabile anche se non ancora certa, il primo partito sarebbero i Socialisti anti euro. Anche in Repubblica Ceca è caduto il governo, divisosi proprio su quale linea economica tenere rispetto ai diktat tedeschi, mentre la Polonia, che attraversa un buon momento economico, si guarda bene dall’adottare l’euro. E perfino nel Regno Unito, che si è sempre tenuto stretta la sterlina così come la Banca centrale, il partito che chiede l’uscita dall’Unione Europea ottiene valori altissimi, mai registrati finora, nei sondaggi, mentre l’austerità sta facendo crollare i consensi del governo Cameron. In un’Europa sempre più simile alla Germania di Weimar per instabilità politica e incapacità di rispondere alla crisi i profeti del No Euro sembrano aver trovato l’arma giusta per conquistare un elettorato sempre più inquieto ed arrabbiato. In Italia solo la Lega in passato aveva adottato una propaganda contraria alla moneta unica, ma il buco provocato dagli scandali del Carroccio è stato subito riempito da Beppe Grillo. Il suo risultato alle amministrative sarà un test interessante per capire quanto sia profondo l’astio verso l’euro anche nel nostro paese.

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