Il caos travolge la Grecia

venerdì, 27 aprile 2012

Tra poco più di una settimana la Grecia andrà alle elezioni. La crisi del paese ellenico rimane spaventosa, e la cura del governo tecnico di Papademos, somministrata seguendo fedelmente la dettatura della Troika – Bce, Ue e Fmi – appare completamente indigesta al popolo greco. Nel 2011 i redditi si sono ridotti del 25% rispetto all’anno precedente, e nei prossimi anni la situazione peggiorerà. Nel 2012 il Pil dovrebbe contrarsi di altri cinque punti percentuali, e forse verso la fine del 2013 si andrà verso una timida ripresa. La disoccupazione è salita al 20%, mentre i redditi da lavoro privato, così come quello pubblico, diminuiranno di almeno altri 20 punti percentuali nei prossimi dodici mesi, almeno secondo le previsioni della Banca Centrale del paese. Il piano di rientro dal debito previsto dagli organismi internazionali prevede però altri durissimi tagli, nel caso in cui gli obiettivi prefissati non fossero centrati. I memorandum della Troika sono però accettati solo dai due grandi partiti della giovane democrazia greca, i conservatori di Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok, che in questo momento formano la maggioranza del governo tecnico guidato da Lucas Papademos. Il governatore della Banca centrale ellenica Giorgos Provopoulos, si è schierato a favore della prosecuzione di questa esperienza, una rottura dell’indipendenza dalla politica imposta dal suo ruolo. Provopoulos ha rimarcato come la politica greca si divida in questo momento tra due fazioni, chi accetta il memorandum della Troika e chi è invece contrario. Il piano di aiuti e di rientro dal debito è infatti rifiutato dalla gran parte dei partiti, e molti di queste formazioni stanno viaggiando a gonfie vele nei sondaggi. Se fino a qualche anno fa Pasok e Nuova democrazia rappresentavano stabilmente più dei 2/3 dell’elettorato ellenico, ora le due formazioni faticano a raccogliere, insieme, il 40% nei sondaggi pubblicati nell’ultimo mese. La sinistra radicale, spaccata in tre formazioni, rifiuta il piano di rientro e chiede di cancellare il debito uscendo dall’euro. Posizioni molto simili sono rappresentante anche dal nuovo partito della destra ellenica, Grecia Indipendente, nato da una scissione dei dirigenti di Nuova democrazia opposti al governo Papademos. Le forze anti Troika sono attualmente maggioranza relativa nel paese, ma destra e sinistra radicale non governeranno mai insieme. La legge elettorale ellenica, un sistema proporzionale con una forte correzione maggioritaria, assegna un premio al partito che risulta vincitore. Nuova Democrazia dovrebbe raggiungere la prima posizione, ma la nuova maggioranza è appesa al risultato del Pasok. La previsione più ottimistica per i socialisti vincitori delle elezioni del 2009 è un dimezzamento dei voti, ma è assai probabile che il loro risultato sarà ancora peggiore, mettendo così a rischio l’intero piano di rientro previsto dagli organismi internazionali. La Troika ha già annunciato il suo ritorno ad Atene appena sarà formato il nuovo governo, ma non è più impossibile che nasca un esecutivo determinato a rimettere tutto in discussione.

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