Spagna, il fallimento dell’austerità

venerdì, 27 aprile 2012

Standard & Poor’s ha tagliato il rating della Spagna di due livelli, riducendo il merito di credito dello Stato iberico a BBB+ da A, con outlook negativo. L’eco della decisione si è subito riverberata sui mercati internazionali, dove lo spread è tornato a salire, anche per quanto riguarda il debito italiano. L’agenzia di rating rimarca come la decisione sia frutto dell’attesa di un deterioramento maggiore del previsto delle finanze pubbliche spagnole a causa dell’andamento negativo dell’attività economica e delle difficoltà delle banche spagnole. Il governo di Madrid potrebbe quindi essere costretto a garantire ulteriore sostegno fiscale al settore finanziario iberico. Standard & Poor’s rileva crescenti rischi di un ulteriore deterioramento dei conti pubblici a causa della contrazione dell’economia. L’agenzia americana ha inoltre tagliato le prospettive di crescita del Pil iberico. Se in precedenza si pensava che l’economia spagnola potesse crescere molto flebilmente nel 2012 e nel 2013, seppur timidamente, ora invece si prevede una contrazione del PIl nel 2012 nell’ordine dell’1,5%. Andamento negativo anche nel 2013 (-0,5%). Due ulteriori anni di recessione che rischiano di affondare definitivamente il paese. Il nuovo governo Rajoy si trova così confrontato con una crisi che assume una dimensione sempre più grave. A pochi mesi dal suo insediamento, il tasso di disoccupazione è cresciuto, segnando il peggior risultato degli ultimi quindici anni. Alla fine del primo trimestre del 2012 la Spagna contava 5,7 milioni di disoccupati, con un tasso del 24,4%, il piu’ alto dall’inizio della serie storica, cioe’ il 1996. Lo annuncia l’Istituto nazionale di statistica iberico Ine. A fine 2011 il tasso di disoccupazione era al 22,85%. L’austerità imposta da Berlino e Francoforte, e fedelmente applicata dal conservatore Rajoy, ha portato ad un peggioramento delle prospettive del paese. Dallo scoppio della bolla immobiliare la Spagna non si è più ripresa, e il costo del suo debito sta arrivando a livelli molto pericolosi, non distanti dalla soglia oltre la quale è necessario ricorrere agli aiuti del Fondo Monetario Internazionale per evitare il default. In questo momento lo spread con i Bund tedeschi si attesta a 420 punti base, con un rendimento che sfiora il 6%. Nè i severi tagli alla spesa pubblica, né la maggior facilità di licenziamento concessa alle imprese hanno evitato alla Spagna una torsione di tipo greca. La ricetta è sempre la stessa, e come scritto ieri, viene pure rivendicata dal presidente della Bundesbank come l’unico modo per ottenere le riforme che i cittadini non vogliono.

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