Il razzista Stiffoni

lunedì, 30 aprile 2012

Questo articolo è uscito su “Nigrizia”.

Ma i razzisti italiani agiscono in buona fede o sono consapevoli della menzogna con cui adescano la credulità dei loro elettori?
Dietro al disfacimento in atto della Lega Nord sarebbe limitativo cogliere solo lo scandalo dei soldi pubblici arraffati e usati a fini privati. Prima della questione morale è stato l’anacronismo dell’offerta politica autarchica, xenofoba, inadeguata a fronteggiare la dimensione globale della crisi economica, nonchè il rivolgimento storico in atto sulle due sponde del Mediterraneo, a contrassegnare la sconfitta storica del movimento di Umberto Bossi. Certo, ha pesato anche l’abbraccio mortale dell’alleanza con Berlusconi, e quindi la corruttela nell’occupazione spregiudicata del potere. Senza la sconfitta politica, difficilmente sarebbe emersa la questione morale.
Proprio per questo mi pongo una domanda di carattere più personale. Prendete un tipo come Piergiorgio Stiffoni. Un razzista omofobo fatto e finito, grottesco nel lamentare l’impossibilità di spedire gli immigrati irregolari nelle camere a gas, odioso nello stigmatizzare le persone in base al colore della pelle, alla religione, all’origine etnica. Personaggi del genere non sono forse predisposti cinicamente all’uso della bugia nel perseguire le loro convenienze? Scrivo dopo aver appreso che Stiffoni è stato fra gli acquirenti dei famosi diamanti “padani”, in combutta con il tesoriere Belsito e la vicepresidente del Senato (sic!) Rosi Mauro. Ha mentito, si è attorcigliato in versioni improbabili, non riesce a giustificare credibilmente il suo operato come membro del Comitato di tesoreria della Lega. Ne risponderà alla magistratura. A me interessa notare qualcosa di più profondo, cioè la malafede che contraddistingue quasi sempre chi ha cavalcato il pregiudizio, il disprezzo, la discriminazione come arma politica. Sono profondamente convinto che lo facciano senza crederci, ben consapevoli della strumentalità della loro azione di imprenditori della paura.
Ciò vale anche per altri dirigenti leghisti, penso a Tosi e Zaia fra gli altri, che oggi hanno virato e con la medesima disinvoltura reclamizzano il loro nuovo profilo moderato. Politici senza principi, propagandisti di valori intercambiabili. Gli stessi che ieri magnificavano l’intelligenza di Renzo Bossi e la buona scelta di affiancarlo al padre, salvo ora denunciare le malefatte del “cerchio magico”. Gente abituata a mentire, gente che non crede in nulla. Non mi stupisce che i razzisti si rivelino anche ladri di polli.

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