Imu, la tassa caos che stanga gli italiani

lunedì, 30 aprile 2012

L’Imu sta gettando nel panico le famiglie italiane. Una patrimoniale sui poveri, come ricordava Gad Lerner qualche giorno fa, che tassa il bene più prezioso per le famiglie, senza progressività. Il suo gettito stimato dovrebbe essere di 20 miliardi di euro l’anno, solo un sesto di quanto si potrebbe ricavare dalla lotta all’evasione, come ricorda Salvatore Padula sul Sole 24 Ore di oggi.

L’Italia è un paese che ogni anno riesce a far sparire nel nulla una quota compresa tra il 16,3 e il 17,5% del proprio prodotto interno: 255-275 miliardi, cui corrispondono almeno 120 miliardi di tasse e contributi non pagati. Anche se tutte le somme indicate dalle Entrate come frutto dell’attività svolta (12 miliardi, cui vanno aggiunti i contributi) fossero realmente quote di evasione recuperata – cosa che, lo ricorda spesso anche la Corte dei conti, è tutta da dimostrare – saremmo ancora lontanissimi dall’obiettivo, non tanto di azzerare, ma almeno di riportare il “buco nero” dell’economia non osservata a dimensioni fisiologiche.

L’Imu è una stangata per le famiglie, ed il suo pagamento rimane ancora un assoluto rompicapo. Calcolarla non è per nulla semplice, e cosa più importante, le aliquote potrebbero essere riviste nel corso del 2012. Una certezza almeno c’è. Il carico fiscale rispetto all’anno scorso sarà più che raddoppiato per chi ha una seconda casa. Gli esperti stimano che per un nucleo familiare con un figlio a carico, l’incremento medio sarà di circa 450 euro, con punte superiori ai mille euro nelle grandi città. Il costo della nuova tassa per chi prima ne era esente è sicuramente più contenuto, ma data la rivalutazione catastale praticamente l’Imu di ogni abitazione costerà di più della vecchia Ici. Il governo si è però preso tempo fino al 10 dicembre per valutare se il gettito ottenuto corrisponderà alle attese, ed un eventuale aumento è più probabile di una diminuzione. L’Imu dovrà essere pagata infatti in due o tre tranche, e solo sul primo versamento di giugno c’è certezza. Il pagamento dell’acconto, in scadenza il 18 giugno verrà determinato sulle aliquote di base dello 0,4% per l’abitazione principale e dello 0,76% per gli altri immobili. Invece entro il 17 dicembre i contribuenti dovranno effettuare il pagamento a conguaglio dell’imposta. Per farlo però bisognerà aspettare le decisioni che i Comuni prenderanno entro il 30 settembre,un buco temporale di tre mesi che certo non facilita il compito alle famiglie. L’elemento più surreale della nuova Imu è il fatto che i municipi potranno stabilire l’aliquota di loro competenza tra un minimo e massimo fissato dal governo, il quale però potrebbe modificare questi parametri di riferimento entro il 10 dicembre. C’è infine un ulteriore, importante dubbio che rimane ancora oscuro. L’Imu è stata introdotta riducendo in modo significativo le quasi venti milioni di abitazioni principali che erano perlopiù esentate dal pagamento della vecchia Ici. La modalità con la quale restringere il numero delle prime case non è però ancora chiara, come ricorda oggi un articolo di Cristina Dall’Oste e Luigi Lovecchio sul Sole 24 Ore. La legge 44/2012 prevede infatti che il contribuente dell’Imu debba risiedere nella casa principale insieme al suo nucleo familiare. In caso di coppia separata però la nozione anagrafica di nucleo familiare renderebbe inutile la nuova tassa, perché entrambi i coniugi non più conviventi potrebbero accedere alle agevolazioni previste per le famiglie coi figli a carico. Questo è solo uno dei tanti elementi di scarsa chiarezza che ci sono attorno all’Imu. L’unica certezza sarà appunto il forte inasprimento del carico fiscale delle famiglie, colpite in modo non equo. Tassare i grandi patrimoni o impegnarsi seriamente nella lotta all’evasione non sarebbero stato più giusto?

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