La7 è in vendita? Credo che un mandato esplorativo in tal senso fosse stato conferito a Mediobanca dai vertici Telecom all’incirca un anno e mezzo fa. Bisognerebbe chiedersi dunque perché La7 non sia stata venduta finora, e se piazzare il cartello “vendesi” sotto la luce dei riflettori aumenti davvero le probabilità che avvenga domani ciò che non s’è concluso ieri.
Vedo sui giornali che non vige più il vincolo di riservatezza sullo scorporo dei multiplex Telecom Italia Media Broadcasting in procinto di essere approvato mercoledì prossimo, per dare vita a una società con altri azionisti (De Benedetti?) nel settore delle infrastrutture per telecomunicazioni. Mi risulta che sarà un accordo industriale senza implicazioni di carattere editoriale. Non lo caricherei di significati politici e dietrologie fuori luogo.
La conferma che La7 è sul mercato, invece, merita un commento, se non altro perché ci lavoro con entusiasmo fin dalla fondazione. Mi auguro che a esaminarla giungano investitori attratti dalle sue virtù editoriali dimostrate negli anni in cui tanti ci davano per spacciati e invece siamo cresciuti in ascolti e credibilità. Talvolta nel passato considerazioni di altra natura (calcoli politici o di galleggiamento aziendale) hanno frenato uno sviluppo più rapido di La7. Penso alla lunga attesa che ha preceduto la mossa vincente di affidare a Enrico Mentana la guida del telegiornale, ma anche ad altre occasioni perdute quando il vento soffiava in poppa. Ciò non ha impedito a La7 di diventare una realtà imprescindibile della tv di qualità in Italia. Per merito di chi ci ha lavorato, grazie a chi ha difeso il nostro lavoro da attacchi esterni, e come sempre succede anche per eterogenesi dei fini, cioè per caso, abbiamo occupato uno spazio tuttora in espansione. E La7 non smetterà di crescere se a curarla saranno degli editori motivati sul prodotto, non da altri calcoli.