Tsipras, un eurocomunista per la Grecia

martedì, 8 maggio 2012

La Grecia può salvarsi rimanendo nell’euro? E’ la grande sfida che attende Alexis Tsipras, il leader della coalizione della sinistra radicale, Syriza, incaricato oggi di formare il nuovo governo. Il partito di Tsipras è stato la grande sorpresa delle legislative di domenica scorsa, con un secondo posto ad un passo dal primo di Nuova Democrazia. Per la prima volta i radicali sorpassano i socialisti del Pasok, ed ora, dopo il rifiuto di Antonis Samaras, spetta proprio a Tsipras il compito di formare un nuovo governo. Sul Foglio di oggi Dimitri Deliolanes, ospite ieri sera all’Infedele, tratteggia un bel ritratto del leader di Syriza. Il giornalista greco chiude il pezzo sottolineando che Spitras tiene un libro di Enrico Berlinguer sul comodino del letto. L’eurocomunismo potrebbe descrivere le posizioni della Coalizione della Sinistra Radicale. Syriza è un partito lontano dall’atteggiamento troppo succube di Bce e Ue del Pasok, punito dagli elettori, ma anche contrario all’ostilità ideologica alle istituzioni comunitarie dei comunisti ellenici. La sintesi politica ed economica da trovare è assai complicata per Tsipras. Il primo ministro incaricato non ha grandi margini di manovra per trovare una maggioranza in parlamento, e deve conciliare due posizioni che sembrano antitetiche. Il rifiuto del Memorandum imposto dalla Troika, e la permanenza nella moneta unica. “Il verdetto delle elezioni ha chiaramente annullato l’accordo sul prestito e sugli impegni con Ue e Fmi”, ha detto Tsipiras in un messaggio televisivo. L’euro è ancora l’obiettivo strategico del leader di Tsipras, che dovrà ora palesare un’alternativa di governo alla fallimentare austerità imposta dai diktat di Berlino e Francoforte. Il progetto illustrato in campagna elettorale prevede una moratoria al pagamento del debito, l’avvio di una rinegoziazione che avrebbe per fine la cancellazione di gran parte di esso, l’eliminazione delle tasse imposte dall’emergenza e dei tagli alla sanità, un piano di investimenti pubblici per riattivare la crescita economica. La via per Tsipras, ingegnere di neanche quarant’anni, è davvero molto stretta, visti i numeri in Parlamento. L’accettazione del mandato esplorativo è però un segnale chiaro, per tentare di impedire una deriva socialmente e politicamente devastante ad un paese che si trova al centro dell’Europa, l’orizzonte di Tsipras, di Syriza, e ancora della maggioranza della sinistra ellenica.

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