Tylor Cowen, un noto economista di tendenze libertarie, ha postato questo grafico che mostra l’andamento dell’aggregato monetario M2 in Germania, Francia e nei paesi in eurocrisi, Italia, Grecia, Portogallo e Spagna. M2 è uno dei quattro aggregati nei quali la scienza economica raggruppa la moneta, suddividendola per insiemi di attività patrimoniali caratterizzati da un grado via via decrescente di liquidità.
M0 è la moneta circolante più la quota detenuta dalle banche come riserva, M1 è la somma di M0 più più i depositi a vista, cioè i depositi bancari pagabili su richiesta (es. conti correnti). Nella definizione di M2, invece, rientrano anche delle attività che sono meno liquide dei conti correnti. M2, infatti, è composto da M1 (cioè circolante più depositi a vista) più i depositi a risparmio a breve termine (fino a 2 anni). Si comprende già che questo aggregato, più ampio di M1, è anche meno “liquido”. M2 = M1 + depositi a breve. Infine, il terzo aggregato, M3 si caratterizza per l’aggiungere ad M2 tutta una serie di attività finanziarie ancora meno liquide, come ad esempio alcune operazioni di pronti contro termine, obbligazioni con scadenza originaria inferiore a 2 anni e i titoli del mercato monetario.
L’aggregato monetario M2 non è l’indicatore più corretto come nota lo stesso Cowen, ma la tendenza che emerge da questo quadro palesa uno degli effetti dell’eurocrisi. I paesi in maggiori difficoltà subiscono una forte contrazione dei loro depositi a breve termine, mentre in Germania questo indicatore è in netta crescita. In Grecia l’ M2 è calato del 16,8% rispetto all’anno scorso a febbraio, in Spagna la contrazione è stata del 4,7%, mentre in Portogallo la diminuzione si è assestata al 3,8%. L’Italia invece ha visto una crescita dei depositi molto contenuta, poco più dell’1% su base annua, un dato che conferma lo stato di debolezza della nostra economia. In Germania invece l’aumento è stato netto, 7,5%, e come rimarca lo stesso Cowen, parte di questo incremento è derivato proprio dai flussi di depositi dai paesi in eurocrisi verso le banche tedesche. Allo stesso modo è interessante notare come l’inizio di questa divergenza di crescita dell’aggregato monetario M2 sia iniziato nel 2010, quando l’area euro fu colpita dalla crisi in Grecia, i cui primi aiuti finanziari furono stanziati nella primavera di quell’anno. La crisi delle moneta unica sta portando dei benefici al paese in questo momento più ricco, mentre i cosiddetti PIIGS si impoveriscono sempre di più, con una fuga di liquidità che mette sempre più a rischio la tenuta dei loro sistemi creditizi e produttivi.