Qui piazza Macao. L’assemblea all’ombra della Torre Galfa di Milano si interroga sul domani. Dove andrà il movimento degli artisti milanesi, come porterà avanti i “tavoli” di lavoro, come terrà accesa la scintilla socio- politica che sembra essere la vera bandiera del movimento milanese?
“Occupiamo Galleria Vittorio Emanuele, li non piove, ci meritiamo il salotto buono della città!” propone Franz. E perché non le Colonne di San Lorenzo o Piazza Affari?
I Macao vogliono contagiare, non disperdersi, vogliono “continuare il progetto visionario che ha fatto transitare 10.000 persone, dal 5 maggio a oggi”, in via Galvani. Aspirano al bene comune, condivisibile, transitabile, non istituzionale ma neppure antagonista.
E se è vero che il vento a Milano è cambiato con Giuliano Pisapia, oggi i Macao lottano per non farsi spazzare via dalle raffiche improvvise, declinando, per ora, l’ offerta dello spazio ex Ansaldo, in via Tortona. Convinti di poter aspirare a una libertà il più possibile vicina al cielo.
Paola Mordiglia