Bersani e Grillo, è ora di passare ai fatti

martedì, 22 maggio 2012

Bersani non merita gli insulti di Grillo che ora individua nel Partito Democratico il nemico da battere, e quindi lo bersaglierà con la solita gragnuola di epiteti offensivi spacciati per spiritosaggini. Già, perchè il Pd è l’unico fra i partiti strutturati sul territorio nazionale che non esce distrutto dalle elezioni amministrative e, anzi, estende sensibilmente la sua esperienza di governo locale in numerose realtà fino a ieri egemonizzate dalla destra. Con la sua abile tecnica della presenza-assenza, preparandosi a guidare da capolista-ombra che non ha bisogno di candidarsi il Movimento 5 Stelle nelle elezioni politiche del 2013, Grillo mira al risultato clamoroso: che il partito della protesta esca dalle urne come forza di maggioranza relativa. E’ difficile ma non inverosimile in un sistema politico talmente frazionato che si può arrivare primi anche solo col 20% dei voti.
La risposta al grillismo non può essere una guerriglia delle parole (o delle parolacce) in cui chiunque risulterebbe perdente. L’unica risposta è cambiare davvero la politica senza aspettare che cambino prima le leggi. Sto parlando di un’autoriforma che implica delle rinunce dolorose, perchè attribuisce agli attuali dirigenti del Pd la funzione nobile ma poco gratificante dei traghettatori. Con tutto il rispetto dico a Bersani che deve riconoscere la sua funzione transitoria. E’ assurdo che a dieci mesi dalle elezioni politiche il segretario del Pd continui a rinviare il tema delle procedure democratiche con le quali va selezionata la futura rappresentanza parlamentare e la candidatura al governo del paese. Non rispondetemi che prima bisogna fare la nuova legge elettorale. E’ una scusa bella e buona. E’ oggi, non domani, che bisogna procedere a un ricambio molto profondo delle candidature, senza deroghe di salvaguardia per i notabili del passato. E’ oggi e non domani che deve essere consentito di farsi avanti a chi abbia il coraggio di proporsi per la guida del governo in una situazione difficilissima.
Le primarie Pd del 2009 in cui vinse Bersani appartengono alla preistoria. Non c’è un minuto da perdere. Diffido dalla retorica delle facce nuove, ma aspetto che si facciano avanti persone giovani e competenti in grado di presentare una biografia e delle buone idee per ribaltare la schiavitù imposta dalla tecnica e riproporre in Italia e in Europa il tema della giustizia sociale.

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