Ocse, la recessione peggiora in Italia

martedì, 22 maggio 2012

L’Ocse, l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica, lancia l’allarme sull’economia italiana e sull’area euro. Nel consueto outlook economico che l’Ocse pubblica due volte l’anno, si stima che le misure di austerità introdotte dal governo Monti, unite al peggioramento della congiuntura, produrranno un aggravamento della recessione che mette a rischio il conseguimento del pareggio di bilancio, previsto per il 2013. Secondo le nuove regole europee il governo dovrebbe dunque introdurre nuove misure, se vorrà portare già nel prossimo anno i conti pubblici in pareggio.

L’economia italiana e’ “entrata nuovamente in recessione a causa delle difficolta’ dei paesi europei piu’ deboli e per le conseguenze di breve periodo delle misure fiscali” del governo. E’ quanto sottolinea l’Economic Outlook dell’Ocse in cui si evidenzia che a partire dal 2013 ci sara’ una ripresa graduale. “L’attivita’ economica – si legge nel rapporto – dovrebbe continuare a rallentare nella prima parte del 2013 per poi riprendersi alla fine del prossimo anno”. Pil sara’ nel 2012 a -1,7% ma anche nel 2013 registrera’ un segno meno, seppur in misura inferiore e cioe’ dello 0,4%. Secondo l’Ocse, il tasso di disoccupazione in Italia salira’ al 9,9%, dal 9,4% di quest’anno e dall’8,4% del 2011. In Italia “potrebbe esserci bisogno di alcuni interventi aggiuntivi sui conti pubblici.”

L’Ocse prevede inoltre una crescita negativa dello 0,1% per l’intera area euro, il fattore di maggior rischio per l’intera economia globale. Usa e Giappone cresceranno in maniera piuttosto contenuta, i primi al 2,4%, i secondi al 2%, anche se un’eventuale esplosione della crisi dei debiti sovrani potrebbe avere pesanti implicazioni sul quadro mondiale.

“Vediamo un lento rimbalzo di crescita negli Stati Uniti guidato soprattutto dalla domanda privata, alcuni picchi in Giappone e una crescita che va da moderata a forte nelle economie emergenti”, ha detto in un’intervista a Reuters Carlo Padoan, capo economista dell’Ocse. “Vediamo anche una crescita piatta nella zona euro, che nasconde importanti differenze, coi paesi nordici che crescono e quelli meridionali in recessione”. Sebbene le economie Ocse siano in miglioramento, la crisi euro potrebbe ancora finire fuori controllo, con la Grecia che lotta per restare solvente e le banche spagnole che hanno bisogno di essere ricapitalizzate, ha detto Padoan.

L’Ocse ha inoltre invitato i leader europei a prendere misure straordinarie per fronteggiare la crisi, come l’introduzione degli eurobond, oppure un intervento della Bce per contrastare l’aumento dei tassi di interessi per i paesi in crisi, che sono costretti a pagare sempre di più per finanziare il loro debito. Misure chieste da tempo dai riformisti europei, e presenti nel programma di François Hollande, anche se avversate in modo tetragone  dalla Germania conservatrice.

L’Ocse sottolinea che il consolidamento dei conti pubblici nell’area euro si sta attuando in uno scenario di congiuntura economica negativa con il rischio di innescare un circolo vizioso tra crescente indebitamento degli Stati, debolezza del sistema bancario, eccessivo consolidamento dei conti pubblici e bassa crescita. Per questo l’Ocse suggerisce ai leader europei di impegnarsi per favorire la crescita con riforme strutturali ma anche attraverso il potenziamento dei firewall, l’aumento dei fondi della Bei per investimenti nelle infastrutture. Anche la Bce dovebbe contribuire in modo ancor piu’ rilevante alla crescita economica. L’Ocse plaude alle operazioni Ltro ma l’Eurotower dovrebbe ripristinare e espandere il programma di acquisto dei titoli di Stato e alla luce dell’allentamento delle pressioni inflazionistiche potrebbe ridurre ulteriormente i tassi di interesse.

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