Luca di Montezemolo? E’ un’illusione ottica

Temo che Luca Cordero di Montezemolo abbia sopravvalutato il suo potenziale, chissà, forse in ciò mal consigliato da qualche adulatore (non ne mancano fra i suoi amici). Trascorse 24 ore dall’annuncio che lui potrebbe entrare in politica, presentandosi alle prossime elezioni del 2013, nessun brivido ha percorso la penisola. Neanche il giornale della Fiat si degna di riportare in prima pagina la notizia. Per riguardo a un membro del suo cda “La Stampa” si limita a riferire (pag. 11) che l’ipotesi di Montezemolo in politica “agita i partiti”.
Fatto gli è che nessuno se l’immagina rimboccarsi le maniche, girare in lungo e in largo l’Italia, prendersi qualche sputo e fischio, dirimere controversie locali fra i suoi sostenitori, metterci un mucchio di soldi… in una parola: rischiare in proprio. Come dice mio figlio, pur tifoso della Ferrari: Montezemolo dà l’impressione di avere ricevuto dalla vita già fin troppo, in relazione ai suoi meriti. Il suo nome è stato fatto circolare da zelanti amici giornalisti con cui si accompagna in gozzoviglie non più mitiche come un tempo. Essi intravedono giustamente lo spazio lasciato vuoto da Berlusconi, ma s’illudono pensando che il loro Luca possa riempirlo. Berlusconi deviò per vocazione spontanea sul populismo; era coraggioso e disposto al rischio; disponeva di un’organizzazione territoriale efficiente come Publitalia; aveva soldi a palate. Montezemolo invece è l’esponente tipico di una borghesia timorosa e prudente cui piace mostrarsi illuminata, ma in ogni caso minoritaria per vocazione. Mai nessun tentativo politico di questa borghesia, dal glorioso Partito Repubblicano di Ugo La Malfa e Bruno Visentini, fino agli abborracciati tentativi del Terzo Polo attuale, è andato oltre percentuali trascurabili. Per questo dico, con tutto il rispetto, che Montezemolo è un’illusione ottica.