Il Ft contro la politica italiana

venerdì, 25 maggio 2012

Il Financial Times interviene con pesantezza sull’Italia, con un editoriale che chiede la fine della “commedia politica” che va in scena a Roma da troppo tempo, e che ha provocato solo fallimenti. Il quotidiano londinese prende lo spunto per il suo commento dai risultati delle elezioni amministrative, che hanno visto il trionfo di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle. Il Financial Times definisce Grillo un comico populista, il cui successo è individuato nella retorica anti establishment favorita dal clima di crisi. La batosta subita dai maggiori partiti italiani – anche il Pd ha perso voti, rimarca il FT – preannuncia un collasso del sistema molto inquietante per gli investitori internazionali. Il giornale della City di Londra si chiede cosa accadrà nel 2013, dopo la fine dell’esperienza del governo Monti.

L’esecutivo è stato a volte troppo timido nelle sue riforme, ma ha creato un’occasione per una spinta riformista che deve continuare anche dopo le prossime elezioni. Un governo autorevole a Roma beneficia anche l’Europa. Uno dei più importanti risultati di Monti è stato l’aver riportato la voce dell’Italia in un dialogo europeo dominato dalla Francia e dalla Germania.

Secondo il Financial Times i due maggiori partiti italiani, Popolo della Libertà e Partito Democratico, non si sono dimostrati finora all’altezza di un simile compito. Il Pd ha una leadership usurata che si deve rinnovare, per non far sì che crescano i consensi delle forze alla sua sinistra. Ma se i democratici italiani mostrano la corda, per il giornale della City il vero problema è il centrodestra. Il collasso di Pdl e Lega Nord ha lasciato libero un enorme spazio politico. In un momento così critico della sua storia, l’Italia avrebbe bisogno di un autorevole partito conservatore, a favore delle imprese e del mercato. I pretendenti all’eredità di Silvio Berlusconi, Pierferdinando Casini e Luca Cordero di Montezemolo, non piacciono al Financial Times, visto che entrambe queste prospettive di rinnovamento del fronte moderato vengono bocciate.

Questo partito non dovrebbe essere una reincarnazione dei vecchi democristiani, che gestivano un sistema corrotto imploso nei primi anni novanta. E nemmeno dovrebbe essere un movimento basato su una sola personalità. Come l’Italia ha scoperto negli ultimi due decenni, mischiare i ricchi uomini d’affari e la politica non è una formula di successo.

La conclusione dell’’editoriale del Financial Times è un monito all’Italia.

Con i rendimenti dei titoli di Stato a livelli pericolosi e con una crisi dell’euro ancora molto lontana dall’essere risolta, l’Italia non può permettersi la prospettiva dell’instabilità. Dopo anni di continui fallimenti, è tempo di far scendere il sipario sulla commedia politica italiana.

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