Quali poteri si celano dietro a un Ponzellini

martedì, 29 maggio 2012

Su Massimo Ponzellini, arrestato stamane nell’ambito dell’inchiesta per la malagestione di Banca Popolare Milanese, costata assai cara ai risparmiatori, si leggeranno ritratti variopinti: le sue amicizie trasversali l’hanno portato da Prodi a Bossi, passando per Tremonti e vantandosi quando serviva della parentela con Giancarlo Giorgetti (il Gianni Letta della Lega). I dipendenti di piazza Meda ricordano sotto la sua gestione le frequenti visite dei politici in banca, non a caso Bossi poteva millantare di esercitare un controllo su Bpm. Ma il vero potere si esercitava al riparo di queste ostentazioni buffe, tipo la “cena degli ossi” a cui proprio non si capiva cosa ci facesse un banchiere. Il vero potere correva (e corre tuttora) nel sottobosco dell’imprenditoria arricchita con gli appalti e le convenzioni pubbliche. Guarda caso Ponzellini anche dopo la estromissione da Bpm è rimasto l’uomo di fiducia dei Gavio come presidente di Impregilo. Un presidente senza deleghe ma molto ben retribuito: un anello di congiunzione fra politica e affari del genere che di certo non giova all’economia italiana. Intanto si parla di mazzette per 5,7 milioni di euro.

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