Non sarebbe civica una lista di celebrità

venerdì, 1 giugno 2012

Non condivido la proposta ribadita oggi da Eugenio Scalfari, intervistato da Luca Telese su “Il Fatto”. Già la catena mediatica della sua esternazione mi lascia perplesso, pur nella stima per i diretti interessati. Che hanno dovuto guarda caso andarsi a leggere “L’Espresso”, altro giornale d’area, per conoscere la posizione del personaggio al centro delle loro fantasie: Roberto Saviano.
A me l’idea che, oplà, metti in fila una serie di personalità autorevoli divenute celebri per il loro impegno civile, e con ciò supplisci attraverso una lista elettorale (ribattezzata magari Liste per la Legalità) al vuoto democratico e alla crisi dei partiti, appare deludente. La trovo una scorciatoia neanche tanto furba. Dubito che il suo impatto mediatico possa trasformarsi davvero in consenso nelle urne. Ma soprattutto la contesto nel metodo: abbiamo bisogno di più democrazia, di partecipazione diretta dei cittadini. Abbiamo bisogno di persone che si candidino non per testimonianza ma per assumersi l’onere quotidiano di un impegno amministrativo, legislativo, di governo. E che perciò hanno l’umiltà di spiegare in anticipo ai cittadini-elettori perchè aspirano a candidarsi e a riscuotere la loro fiducia.
Leggo molti nomi amici nella cosiddetta Lista Saviano, o Lista della Legalità. Figuriamoci, ad esempio, se non mi piacerebbe un impegno diretto di Gustavo Zagrebelski. Ma sono sicuro che uno studioso della democrazia par suo avrà a cuore la mia stessa premura per il metodo della selezione e decisione (democratica, appunto). Sono sicuro che proverà la mia medesima diffidenza per l’ennesimo ricorso a figure carismatiche nell’illusione che siano salvifiche. Suppongo che anche Saviano la pensi così. Nei giorni scorsi ho pubblicato qui un appello di “Micromega” per primarie aperte di coalizione del centrosinistra, da convocarsi entro il mese di giugno con garanzia di effettiva contendibilità. Le primarie sono la via maestra per curare la malattia della politica. La lista delle celebrità sarebbe solo una rinuncia a ricercare una nuova cittadinanza attiva.

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