La Bce non può salvare l’euro, perché questo compito spetta alla politica, e l’Eurotower non può supplire alla mancanza di iniziative delle istituzioni europee espressione dei governi nazionali come il Consiglio o la Commissione, oppure elette direttamente come il Parlamento europeo. Mario Draghi lancia un appello ai leader continentali, evidenziando i limiti del mandato della Banca centrale europea, affinché agiscano per evitare una torsione ancora più negativa della crisi dell’eurozona. Al vertice di fine mese i leader europei sono chiamati a ‘indicare la loro visione’ su quello che deve diventare l’Eurozona. Lo ha ribadito Mario Draghi, che, a proposito del compito ricevuto nel delineare le riforme necessarie, ha detto che si tratta di ‘un lavoro potenzialmente molto importante’. Al momento attuale però, ha rassicurato il governatore, la situazione non è paragonabile a quella precedente al crack di Lehman Brothers, che aveva portato alla recessione globale di fine 2008. Nella conferenza stampa odierna, seguita alla riunione del comitato di politica monetaria, il governatore della Bce ha annunciato che non verranno tagliati i tassi di interesse nella zona euro, che rimarranno al livello dell’1%. Alcuni membri del Consiglio direttivo avevano chiesto un taglio del costo del denaro, ma a favore di una scelta espansiva c’era solo una minoranza. Secondo Draghi, la ripresa economica della zona euro deve confrontarsi con crescenti rischi al ribasso, evidenziati dalle ultime indagini qualitative che mettono in evidenza una crescente incertezza sulle prospettive. “Le prospettive economiche all’interno della zona euro rimangono deboli con un’accentuata incertezza che pesa sulla fiducia e che aumenta i rischi al ribasso” ha detto il governatore. La Bce continuerà a fornire assistenza straordinaria alle banche, proseguendo il programma LTRO iniziato lo scorso dicembre. La liquidità illimitata fornita agli istituti finanziari è però un intervento straordinario, e Draghi ha ribadito che la Banca centrale europea non ha la bacchetta magica per risolvere la crisi. Draghi ha però rimarcato che è necessario proseguire le riforme introdotte in questi mesi, così come i leader europei devono indicare un obiettivo di lungo periodo per l’euro e le istituzioni comunitarie, un intervento che avrebbe un notevole impatto sui mercati.
Molti osservatori che parlano di una possibile disintegrazione dell’Eurozona “fanno lo steso errore” e cioé “sottostimano la forza dell’impegno politico da parte dei paesi membri” nei confronti dell’euro. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa. Gli osservatori “sottostimano la coscienza da parte di noi tutti degli straordinari benefici che ha comportato l’euro in termini monetari, finanziari e politici. Nei dieci anni dalla sua nascita, abbiamo goduto della stabilità dei prezzi che ha portato e di tassi di interesse molto sbagliati”. “Non e’ sbagliato essere preoccupati” sulle sorti dell’euro, “come lo siamo noi”, ma “già stabilire un obiettivo per l’euro in dieci anni contribuirebbe a stabilizzare la situazione in Europa”.