Tavaroli e le ammissioni dello spionaggio illegale

mercoledì, 6 giugno 2012

All’Infedele ne avevamo fatto un punto d’onore proprio perchè l’intrusione ai danni di Massimo Mucchetti, palesemente intimidatoria, così come quelle perpetrate nei confronti di Rosalba Casiraghi e dell’amministratore delegato della Rcs, Vittorio Colao, provenivano dalla security Telecom, cioè dall’azienda editrice de La7. Sapevo che Mucchetti era inviso a Marco Tronchetti Provera, nostro presidente, solo perchè faceva dell’informazione economica non asservita. Per questo dapprima aveva fatto di tutto per impedirne l’assunzione al “Corriere della Sera” (lo testimonia ora anche Cesare Romiti nel suo libro-intervista con Paolo Madron). Poi aveva cominciato a lamentarsi con i suoi direttori affinchè ne delimitassero lo spazio sul giornale. Infine la security Telecom era passata ai pedinamenti e all’incursione telematica nel suo computer. In tutto quel periodo ho consolidato la presenza di Mucchetti nelle nostre trasmissioni, e ancor oggi mi compiaccio del fatto che “Il baco del Corriere”, ovvero il libro-denuncia dedicato da Mucchetti a questa vicenda scandalosa, sia stato presentato in anteprima da noi, cioè sulle frequenze della stessa Telecom, quando ancora Tronchetti Provera ne era l’azionista di controllo. Finalmente oggi Giuliano Tavaroli, il responsabile di quella Security aziendale tentacolare, costosissima e spregiudicata, ha reso testimonianza in Tribunale. Non ha chiamato in causa Tronchetti Provera bensì il suo braccio destro, il vicepresidente Carlo Buora: ma solo gli ipocriti fingeranno di non capire l’evidenza di una responsabilità sempre negata.

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