Rom e Sinti, una clamorosa indagine nazionale

sabato, 9 giugno 2012

Quando la crisi peggiora le condizioni di vita della maggioranza della popolazione e infrange il luogo comune del ceto medio universale benestante, allora diventa più difficile occuparsi degli ultimi gradini della scala sociale. Eppure è proprio lì, più in basso, là dove quasi nessuno rivolge lo sguardo perchè non se ne ha convenienza, che si manifestano gli effetti più brutali della Grande Depressione. Particolarmente rivelatrice è l’indagine nazionale sulla condizione dei Rom e dei Sinti residenti in Italia (una buona metà dei quali sono peraltro a pieno titolo giuridico nostri concittadini) che verrà presentata a Milano lunedì 11 e martedì 12 giugno prossimi alla Triennale di via Alemagna 6. Si tratta della prima indagine sistematica realizzata nel nostro paese con 1668 interviste registrate in 60 diversi insediamenti. Il progetto è opera della Fondazione Casa della Carità di Milano, della Soros Foundation Romania, della Fundaciòn Segretariado Gitano Spagna e dell’Open Society Institute Sofia Bulgaria.
Qualche dato, tanto per capirci: solo il 32% dei rom e dei sinti vive in una casa. Il 65% vive segregato in spazi dedicati solamente al proprio gruppo etnico. Il 19% dei Rom non sa nè leggere nè scrivere. Tra le donne l’analfabetismo sale al 25%.
Tra i rom che risiedono in insediamenti irregolari, uno su tre non pèossiede tessera sanitaria. La maggioranza dei rom vorrebbe un lavoro, ma solo il 35% riesce ad averne uno e soltanto il 19% in forma regolare.
Di fronte a dati scandalosi come questi, indegni di una società civile, purtroppo lo stereotipo sospinge ancora quote rilevanti d’opinione pubblica a liquidare il problema sostenendo che la colpa sarebbe degli stessi rom e sinti. Un odioso e antico capovolgimento della realtà a carico delle vittime, lo stesso di cui sono state oggetto tutte le minoranze nei secoli passati.
Potete scaricare il  programma del convegno a questo link oppure visitando il sito della Casa della Carità di Milano.

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