Europei, la Germania vince perché meticcia

giovedì, 14 giugno 2012

Assist di Mesut Özil e rete di Mario Gòmez. Lo schema preferito della Germania che sta dominando gli Europei di calcio in Ucraina e Polonia è figlio dell’immigrazione, nel vero senso della parola. I nonni delle due stelle di Real Madrid e Bayern Monaco sono due dei tanti milioni di stranieri che negli anni cinquanta si sono trasferiti in Germania per lavorare.  Erano i tempi del miracolo economico tedesco, e quell’enorme massa umana riplasmò la Germania. Ora 15 milioni di tedeschi hanno origini legate all’immigrazione, circa un sesto della popolazione complessiva, una delle percentuali più alte del mondo. La ricchezza culturale portata dai nuovi cittadini ha reso solida l’economia del paese, ed ora questa forza si è trasferita anche nel calcio. Oltre Mesut Özil e Mario Gòmez anche Klose, Boateng, Khedira, Podolski e Gündogan hanno genitori o nonni stranieri. Il team manager della Nationalmannschaft, Oliver Bierhoff, ha rimarcato come sia “davvero bello, che l’integrazione delle diverse culture produce effetti positivi non solo socialmente, ma anche sportivamente. Questo è il modello della Germania”. Anche il presidente della federcalcio tedesca Theo Zwanziger ha spesso rimarcato quanto sia fondamentale l’integrazione delle diverse etnie per le vittorie conquistate sul campo. “Nella nostra squadra ci sono molti giocatori che hanno origini familiari legate all’immigrazione. Che tutti loro perseguano un grande obiettivo comune, e formino un quadro unitario, è un segno dell’integrazione.” Ecco perchè dal 2007 la Dfb, la federazione calcistica tedesca, organizza un premio per l’integrazione che ha come motto ” Fußball: viele Kulturen – eine Leidenschaft” ovvero il calcio, molte culture, un’unica passione. La Germania vincente sui campi di gioco ha seguito il modello degli amici/nemici francesi. Negli anni novanta i Blues diventarono la squadra più forte del mondo grazie ai giocatori figli degli immigrati, come la superstar Zinedine Zidane. Dalla nascita della nazionale multikulti, come la chiamano a Berlino, la Germania è sempre arrivata sul podio nelle manifestazioni calcistiche internazionali. Terzi nei Mondiali del 2006 e 2010, secondi agli Europei del 2008. Ora appaiono i favoriti per l’edizione 2012 del torneo dell’Uefa, e se arrivasse la vittoria, le strade delle città tedesche sarebbero piene di persone con pelle diversa, specchio perfetto del meticciato che fa forte la Germania sui campi di calcio.

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