La Bbc disegna le linee del “contagio”

giovedì, 14 giugno 2012

Tutti i leader europei sono terrorizzati dalla torsione sempre più negativa che sta prendendo l’eurocrisi. Una paura più che motivata, perché come mostra un’infografica realizzata dalla BBC, ogni paese all’interno dell’Unione Europea, così come le sue istituzioni, possono perdere moltissimo da un crollo continentale. Nessuno ne sarà escluso, anche se come mostra la BBC, i problemi sono diversi per ogni realtà. L’infografica è fatta a cerchi concentrici, ed i colori segnalano quanto sia profondo il problema che ogni paese potrebbe affrontare. Al centro della crisi c’è ovviamente la Grecia, ma nel cerchio della crisi del debito ci sono anche Irlanda, Portogallo e l’appena arrivata Spagna. Le prossime elezioni chiariranno il destino della Grecia all’interno dell’area euro, e di fronte ad una ferra opposizione dell’Unione europea ad una rimodulazione del programma di austerità, il collasso economico e sociale potrebbe arrivare in tempi brevi. La più grande paura del Portogallo è la fuga dei risparmiatori dalle sue banche, assai probabile se la Grecia abbandonerà l’euro. Lisbona sarebbe la prossima vittima, perché già in questo momento non è capace di finanziare il suo debito senza un aiuto internazionale. L’Irlanda è di nuovo in recessione, e vista la sua dipendenza dal commercio estero, rischia un altro salvataggio a causa della contrazione economica che rende ancora più fragili i suoi conti pubblici scassati dagli aiuti alle banche. La Spagna, invece, rischia una profonda crisi del sistema finanziario, che lo stesso governo Rajoy ha ammesso di non poter sostenere senza il supporto dei fondi europei. Fuori dalla crisi del debito c’è per ora l’Italia, che rischia però un collasso economico e politico nel caso in cui l’eurocrisi salirà di un ulteriore livello. L’elevato debito pubblico accumulato nei decenni passati, e la fragile economia del nostro paese non potrebbe reggere un’ulteriore crescita dei tassi di interesse. La caduta del governo tecnico potrebbe rapidamente verificarsi in questo scenario.

La crisi è vissuta con minore intensità dalla Francia, dal Regno Unito e dalla Bce, ma i due paesi e l’istituzione finanziaria più importante del Vecchio Continente temono il collasso bancario che si determinerebbe con l’acuirsi della crisi. Gli istituti di credito francesi sono pieni di bond spagnoli ed italiani, mentre l’intero settore finanziario britannico, motore per quanto ingolfato dell’economia del Regno Unito, subirebbe un pesantissimo contraccolpo dal crollo della moneta unica. La Bce invece si trova di fronte ad un dilemma: per aiutare gli Stati deve prestare più soldi, ma in caso di rottura dell’euro questi crediti andrebbero svalutati, con conseguenti perdite gravissime per il bilancio dell’Eurotower. Anche la Germania, Commissione europea e il Fondo monetario internazionale hanno molto da perdere nei prossimi mesi. Barroso e i commissari si trovano di fronte ad una situazione nella quale l’intero progetto comunitario potrebbe crollare. Anche Berlino, il vero centro potere della Ue per la sua forza economica, si trova in una trappola. La Germania teme un conto salatissimo da pagare per salvare gli altri paesi europei, ma il crollo della moneta unica avrebbe pesantissime ripercussioni anche sulla sua economia, visto che l’ l’area euro rappresenta la parte maggioritaria delle sue esportazioni. Il Fmi invece è il soggetto che teme le maggiori ripercussioni per l’intera economia globale. Il crack dell’euro potrebbe avere conseguenze ancora più pesanti rispetto a quanto accadde dopo il fallimento di Lehman Brothers, e la conseguente recessione globale scatenata dalla crisi finanziaria.

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