Fp: E’ ancora l’Egitto di Mubarak

venerdì, 15 giugno 2012

L’Egitto sceglierà il suo prossimo presidente questo fine settimana, ma un chiaro vincitore c’è già. Il suo nome è Honsi Mubarak, secondo Foreign Policy, che evidenzia come i ventinove anni, tre mesi, ventotto giorni e sei ore durante i quali ha governato l’Egitto hanno riplasmato le istituzioni del paese in modo tale da renderlo sempre presente. Anche se ora si trova in un letto di ospedale ad un passo dalla morte, e circondato dalle guardie, per il più popolo paese arabo sembra impossibile liberarsi dal suo antico dittatore. Anche la stessa – pessima, come rimarca Foreing Policy – scelta tra Ahmed Shafiq e Mohamed Morsi ricalca l’antico dilemma dell’Egitto, che ha sempre preferito l’autocrazia militare all’islamismo politico. Ahmed Shafig è un uomo la cui stessa traiettoria professionale ricalca quella del suo predecessore, ed anche in caso di sua sconfitta appare ormai certo che “la promessa rivoluzionaria di Piazza Tahrir è ormai sparita”. Una speranza di cambiamento soffocata con gli abituali metodi del regime di Mubarak, come i pogrom anti cristiani che hanno portato i copti a votare in massa per Shafiq. L’uomo dell’establishmet di Mubarak rappresenta ancora quell’esigenza di sicurezza e stabilità che ancora oggi è la priorità degli egiziani. Foreign Policy rimarca inoltre come la conquista di un quarto dei voti da parte di Shafiq possa essere spiegata anche con la debolezza della narrativa rivoluzionaria. ” Se si considera l’Egitto solo sui numeri, l’era Mubarak deve essere apparsa sicuramente migliore ai suoi cittadini, e non solo a quelli che godevano del suo potere”. “Sembra ormai passata un’epoca da quando Wael Ghonim, figura chiave della rivolta in Egitto, dichiarava che bisognava ridare dignità a tutti i cittadini, fermare la corruzione, i furti alla popolazione, perchè gli egiziani sono buoni.” Questi sentimenti esistono ancora, ma rendono la realtà molto più complessa di quanto Ghonim o qualsiasi altro aveva immaginato, rimarca Foreign Policy, una delle più prestigiose riviste mondiali di politica estera. Anche se giace in stato ormai in coma su una barella dell’ospedale della prigione di Tora, Hosni Mubarak ha trovato un modo per tormentare il futuro dell’Egitto.

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