La Spd si conta sul Fiscal Compact

venerdì, 15 giugno 2012

Il Fiscal Compact, il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’Unione economica e monetaria, dovrebbe essere ratificato dal Parlamento tedesco il 29 giugno. L’accordo tra la maggioranza e l’opposizione, necessario per le modifica costituzionale rappresentata dal Fiscal Compact, è stato sostanzialmente raggiunto. La Spd però, il principale partito che si oppone al governo Merkel, potrebbe rivedere l’intesa concordata con Cdu e liberali. Al congresso del partito convocato per questo fine settimana infatti ci sono molte richieste per modificare in maniera più approfondita il nuovo Patto di Bilancio europeo. La sinistra socialdemocratica infatti non si accontenta degli impulsi alla crescita, dell’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie e del programma per attutire la disoccupazione giovanile che la Spd ha imposto alla Merkel per il suo sì al Fiscal Compact. La parte più radicale del partito vorrebbe una vera Unione fiscale non solo dal lato delle spese, ma anche da quello delle entrate, con l’introduzione di una tassa sui grandi patrimoni comune a tutti i paesi dell’eurozona, così come un’unica imposizione per le aziende. Inoltre, la sinistra socialdemocratica vuole proporre gli eurobond, oppure un ripensamento del Meccanismo di stabilità europeo, il fondo di salvataggio per la moneta unica che appare inadeguato per la gravità della crisi europea. Il congresso si svolgerà a porte chiuse, una scelta che ha indispettito molti sostenitori ed iscritti, una decisione presa per favorire una discussione che sarà probabilmente molto serrata.

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