Grecia, la vittoria di Pirro della Troika

domenica, 17 giugno 2012

Le elezioni in Grecia non hanno un chiaro vincitore, come già era successo lo scorso sei maggio. Il primo partito è Nea Dimokratia di Antoni Samaras, il centrodestra ellenico che si è schierato a favore del proseguimento della politica di austerità concordata con la Troika, Bce, Commissione europea e Fondo monetario internazionale. Anche un mese fa i conservatori avevano vinto, ma non erano stati in grado di creare una maggioranza. Ora ND avrebbe la possibilità numerica di governare con il Pasok, ma i socialisti ellenici si sono detti indisponibili a formare un esecutivo di grande coalizione che escluda Syriza. Dichiarazioni poi parzialmente ritratte in seguito, ma che evidenziano le enormi difficoltà nel formare un governo che prosegua l’austerità che più di metà dell’elettorato greco non vuole.  Il partito della sinistra radicale, che si oppone alla politica del rigore e vorrebbe riscrivere il Memorandum, è arrivato secondo, ma ha rafforzato nettamente le sue posizioni rispetto alla precedente tornata elettorale. Alexis Tsipras non sarà il prossimo primo ministro della Grecia, ma il suo successo probabilmente impedirà che ce ne sarà uno ancora per qualche tempo.  Il compito di Samaras è infatti difficilissimo, perchè a destra, tra neonazisti e conservatori per l’uscita dall’Unione europea, non può trovare alleati. A sinistra il Pasok e la sinistra democratica difficilmente potrebbero entrare in un esecutivo impopolarissimo nel loro elettorato di riferimento, che porterebbe i loro consensi verso Syriza. Ad Atene c’è una situazione di grande instabilità politica, e non esiste ancora una chiara maggioranza su quale debba essere il destino del paese.

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