“Il Corpo delle Donne” anche per i videogiochi

lunedì, 18 giugno 2012

L’immagine sessista e maschilista delle donne non è una prerogativa della televisione italiana. Negli Stati Uniti una giovane critica e attivista per i diritti femminili, Anita Sarkeesian, ha lanciato una campagna di finanziamento per realizzare un documentario per mostrare la rappresentazione volgare delle donne nei videogiochi.  Da Lara Croft, la protagonista di Tomb Raider, ad altre eroine delle console come Bayonetta o Zelda le donne sono caratterizzate sempre da abiti discinti e forme generose. La Sarkeesian, sul suo sito Feminist Frequency, ha già rimarcato più volte come anche nel mondo tecnologico dei videogame imperi un’iconografia femminile che punta tutto sull’esibizione di seni maggiorati e corpi nudi, tipica dei peggiori stereotipi cinematografici. Anita Sarkeesian ha lanciato allora una campagna di finanziamento per realizzare il suo documentario, simile negli intenti al “Corpo delle Donne” di Lorella Zanardo, ed ha ricevuto una reazione molto forte, sia in termini positivi che negativi. Il suo blog, così come i siti dove è stata intervistata, sono stati invasi da commenti molto volgari, da parte di uomini che la invitavano a far un po’ di sesso. Il potere nei videogiochi è in mano esclusivamente maschile, come ha fatto notare Frankfurter Allgemeine Zeitung, e questo schema non può evidentemente essere toccato. Anche per rispondere a questa incredibile ondata di violenza online  un numero incredibile di donatori ha deciso di finanziare il progetto di Anita Sarkeesian, che voleva raccogliere sei mila dollari per poter realizzare il suo documentario, e finora ne  ha ricevuti quasi centocinquantamila. Una quantità di denaro e di attenzione che evidenzia ancora una volta quanto gli stereotipi culturali imposti dal maschilismo non siano più accettati da una fetta crescente della nostra società.

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