L’Europa salvata dai “poveri”

martedì, 19 giugno 2012

I cinque leader dei Brics, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica si stringono le mani sorridenti al vertice del G20. Gli ex paesi poveri del mondo sono corsi in soccorso dell’area più ricca del mondo, quell’Europa che non è in grado di uscire da sola dalla crisi dei debiti sovrani. Al vertice di Los Cabos Cina, India e Russia hanno garantito al Fondo monetario internazionale 60 miliardi di dollari in crediti delle loro banche centrali per rafforzare la dote finanziaria che servirà a contenere il contagio nella zona euro. Il fondo salva euro, il Meccanismo europeo di stabilità  (ESM) che entrerà in vigore tra poche settimane,  può sostenere con le sole riserve solo un soccorso congiunto di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna. Se la crisi iberica però si dovesse aggravare, oppure l’Italia dovesse perdere l’accesso ai mercati internazionali causa interessi troppo alti sul proprio debito, il fondo salva euro ESM non potrà intervenire. Ecco allora che diventa indispensabile l’aiuto del Fmi, rafforzato dall’intervento promesso dai tre dei cinque Brics. I sorrisi e le mani strette di Dilma Rousseff, Vladimir Putin, Manmohan Singh,Hu Jintao e Jacob Zuma sono l’immagine dei nuovi rapporti del mondo, che si contrappongono ai visi sempre più corrucciati di Obama e dei leader europei, messi all’indice al G20. Ecco perché, in cambio delle garanzie finanziarie concesse, i Brics otterranno un maggior peso nell’organismo internazionale che ha il maggior peso nel governo dell’economia mondiale, il Fondo monetario internazionale. I rapporti a livello globale sono ormai mutati, e gli ex ricchi non possono avere speranze a breve termine senza il soccorso di paesi che una volta avremmo definito parte del  Terzo Mondo. Lo stesso rituale ormai stanco e superato del G8, contrapposto al sempre maggior peso decisionale del G20, è un’ulteriore dimostrazione dei nuovi rapporti dell’economia globale.

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