La pagella dell’austerità è negativa

giovedì, 28 giugno 2012

La crisi dello spread è stata contrasta dall’Unione Europea con un rigido programma di austerità introdotto a partire dal novembre del 2011. In precedenza simile misure erano stati imposte a Grecia, Portogallo ed Irlanda, che erano stati costretti a chiedere gli aiuti finanziari a Unione Europea e Fondo monetario internazionale per poter aver accesso alle risorse negate dai mercati. In attesa delle risposte che verranno dall’eurovertice che inizia oggi, Der Spiegel traccia un bilancio dei risultati ottenuti dai cinque paesi in eurocrisi, Italia e Spagna oltre ai tre già menzionati. L’esito dell’austerità post Fiscal Compact è stato molto deludente, come riconosce anche il più autorevole settimanale tedesco, che ha supportato la linea europea di Angela Merkel. In nessun paese, a parte l’Irlanda, nel 2012 ci sarà crescita economica, mentre i dati di deficit e debito pubblico sono tutti in peggioramento. Gli obiettivi concordati con l’Unione europea non saranno probabilmente raggiunti, ennesima riprova di quanto sia stata negativa la stretta fiscale imposta in contemporanea a tutta l’area della valuta unica. Questo esito non era difficile da prevede, come nota uno dei più autorevoli opinionisti italiani sui temi economici.

Cosa accade quando una serie di paesi, fortemente interrelati per interscambio commerciale, oltre che per il fatto di avere in comune la moneta, attuano contemporaneamente una stretta fiscale? Il risultato finale sarà che le importazioni di ognuno di questi paesi caleranno simultaneamente, sia pure con differente magnitudine. Ma, poiché le mie esportazioni sono le importazioni di qualcun altro e viceversa, ecco che io non registrerò più un rilevante miglioramento del mio commercio estero netto: le mie esportazioni e le mie importazioni caleranno in modo approssimativamente simile, o comunque il mio maggiore export netto sarà minore di quanto avrei potuto ottenere se i miei maggiori partner commerciali non fossero stati tutti (chi più, chi meno) impegnati in una stretta fiscale. Da questa banale considerazione consegue che, in un’area economica fortemente interrelata ed i cui membri stanno praticamente tutti adottando una stretta fiscale, il moltiplicatore tende ad innalzarsi. Cioè il danno da austerità tende a massimizzarsi. Perché l’Eurozona non è la sommatoria di diciassette economie relativamente piccole ed aperte, ma il maggior blocco economico del pianeta.

Dagli incontri di oggi probabilmente non uscirà nessuna soluzione capace di risolvere l’eurocrisi, ma proseguire su una rigida applicazione dell’austerità dettata in questi mesi da Berlino e da Francoforte sarebbe la conferma che errare è umano, ma perseverare è diabolico.

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