Il pessimismo di Draghi spaventa i mercati

giovedì, 5 luglio 2012

Per la prima volta nella storia la Banca centrale europea ha tagliato il tasso di interesse di riferimento sotto l’1%, portandolo allo 0,75%. Una mossa attesa, anche se probabilmente inferiore alle aspettative dei mercati. In Europa la politica monetaria continua a essere più rigida rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti, dove il tasso di interesse si trova già ora allo 0% nonostante una situazione meno grave rispetto a quella del Vecchio Continente. Mario Draghi ha motivato la scelta dell’Eurotower evidenziando il peggioramento del quadro macroeconomico dell’area euro, anche se il governatore ha rimarcato come la situazione sia meno grave rispetto alla crisi del 2008, quando il crack di Lehman Bros scatenò una recessione globale. Il taglio dei tassi della Bce è stato replicato, a sorpresa, anche dalla banca centrale cinese. Per Mario Draghi permane una situazione di elevata incertezza. Il tasso di crescita dell’inflazione dovrebbe rimanere al di sotto del 2%, l’obiettivo dell’Eurotower per il mantenimento della stabilità dei prezzi. Il governatore ha giudicato con favore i risultati del vertice Ue grazie al quale sono state “gettate le basi” per una Unione più solida nel futuro, per “ristabilire la fiducia” e “avviare una crescita sostenibile”. Mario Draghi ha ricordato anche la prevista attribuzione alla Bce della supervisione unica e la possibilità per i due fondi europei di ricapitalizzare direttamente le banche. Il consiglio direttivo della Bce ha accolto favorevolmente la decisione del Vertice Ue di “usare con flessibilità” i fondi europei Esm e Efsf per “stabilizzare i mercati” in funzione anti spread. Il governatore Draghi ha preferito infine non sbilanciarsi sul lancio di un nuovo programma LTRO, la maxi iniezione di liquidità al sistema creditizio europeo avviata a fine 2011 dopo l’intesa sul Fiscal Compact.
Le Borse stanno reagendo malissimo alla conferenza stampa di Draghi e Milano, tanto per cambiare, è fanalino di coda con ribassi pesantissimi dei titoli bancari.

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