Finlandia, la tentazione dell’uscita dall’euro

venerdì, 6 luglio 2012

Per la prima volta dall’inizio dell’eurocrisi un paese “ricco” ha minacciato di abbandonare la moneta unica, attraverso le parole di un suo importante ministro. La responsabile del dicastero delle Finanze, Jutta Urpilainen, leader del partito socialdemocratico finlandese, è stata molto esplicita nel descrivere la posizione del suo paese in merito alle innovazioni introdotte dall’ultimo eurovertice.  “La Finlandia non resterà legata all’euro a qualsiasi costo, e ci prepariamo a tutti gli scenari possibili. Siamo costruttivi e vogliamo risolvere la crisi – ha insistito tuttavia la ministra finlandese – ma non a qualunque condizione”. La Urpilainen ha ammesso che la linea di Helsinki è rigorosa e proprio in questo ambito la prossima settimana il paese intende avviare negoziati con la Spagna per ottenere garanzie sull’uso dei fondi anti crisi europei per ricapitalizzare le banche spagnole, come già fatto l’anno scorso con la Grecia. “La Finlandia è impegnata ad essere un membro dell’area euro, e pensiamo che l’euro sia utile alla Finlandia”, ha poi aggiunto la Urpilainen, evidenziando che Helsinki non accetterà un modello di integrazione in cui tutti sono responsabili in solido per i debiti pubblici di tutti gli Stati. E in questo ambito anche l’idea di una Unione bancaria non potrà funzionare, se basata sulla mutualizzazione delle responsabilità. Le parole della Urpilainen hanno creato una tempesta diplomatica, che ha costretto il portavoce del ministro delle Finanze finlandese ad una parziale ritrattazione. Il caso ha però palesato l’altra faccia dell’eurocrisi, ovvero i paesi che in questo momento crescono o si trovano in situazioni di relativo benessere, nei quali  i governi si confrontano con una crisi che i loro cittadini non avvertono come nel Sud Europa. Una situazione che genera una forte ostilità nei confronti dell’Unione Europea e della sua valuta unica, come emerso anche nelle ultime elezioni finlandesi. Nel 2011 esplose il partito dei “Veri Finlandesi”, formazione di estrema destra che aveva tra le sue parole d’ordine l’abbandono dell’euro. Da allora ad Helsinki governa una coalizione che coinvolge quasi tutti i maggiori partiti, per lo più schierati in favore dell’euro. Ma soluzioni della crisi che mettono in pericolo il benessere nazionale, almeno a prima vista, mandano segnali tellurici a società sempre meno propense a fare sacrifici per l’ideale europeo. La revisione della struttura comunitaria, prevista dagli ultimi accordi di Bruxelles, sta palesando tutte le difficoltà della Ue a giungere ad una sintesi comune, qualsiasi essa sia.

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