Ungheria e Romania, la Ue tace

venerdì, 6 luglio 2012

In questi giorni non c’è solo la crisi della moneta unica a lanciare segnali inquietanti sulla tenuta, democratica e sociale, del Vecchio Continente. In Romania sta avvenendo uno scontro istituzionale di altissimo livello, con il governo di Victor Ponta che vuole cacciare il presidente della Repubblica Traian Basescu, e ridurre in modo significativo i poteri della Corte Costituzionale. Lo scontro politico si è trasformato in conflitto istituzionale. La maggioranza di centrosinistra a supporto dell’esecutivo rimprovera a Basescu sia di aver minato le regole democratiche che di aver sostenuto di misure di austerità rifiutate dalla popolazione, mentre il giudizio della Corte su chi dovesse rappresentare lo stato rumeno ai vertici europei non è stato accettato. Numerose Ong hanno sottolineato la deriva antidemocratica nella quale sta scivolando il governo Ponta, eletto da pochi mesi grazie ad una manovra parlamentare delle opposizioni uscite sconfitte dalle elezioni del 2008. Lo scontro è diventato infuocato anche perché tra pochi mesi i rumeni torneranno al voto, e la situazione sta preoccupando numerosi osservatori. Finora però l’Unione Europea non ha preso alcuna iniziativa, a parte alcune dichiarazioni dei commissari che esprimevano preoccupazioni. Un comportamento simile a quello già tenuto nei confronti del governo Orbán in Ungheria, che ha approvato una riforma costituzionale iperconservatrice, con numerosi diritti negati alle minoranze etniche, e che ha messo il bavaglio ai media, imponendo il revanscismo storico magiaro nelle scuole. Ieri ad una delle poche voci critiche ancora presenti nel panorama magiaro, Radioklub, sono state negate le frequenze per trasmettere. Sia Ungheria che Romania sono due paesi in profonde difficoltà economiche, e il ritorno dell’autoritarismo all’Est Europa come risposta alla crisi non sembra scuotere né Bruxelles né le altri capitali del Vecchio Continente. Solo la riforma della Banca centrale ungherese ha mobilitato una dura risposta delle istituzioni comunitarie, che hanno ottenuto la retromarcia del governo Orbán negando gli aiuti in caso di lesione dell’indipendenza dell’istituto centrale. Fondo monetario internazionale, Bce e Commissione hanno ottenuto così una netta vittoria, limitata solo all’equilibrio finanziario del paese magiaro.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.