La libertà fa bene alla Tunisia. Dopo la fine del regime di Ben Ali, il primo paese arabo ad essersi liberato degli autocrati che opprimevano le popolazioni sta vivendo una favorevole fase di congiuntura economica. Lo riporta il principale quotidiano economico tedesco Handelsbatt, che sottolinea la ritrovata fiducia degli investitori internazionali, in primis europei, nella Tunisia. Secondo un sondaggio della Camera di commercio tedesca, la metà degli imprenditori preveve maggiori investimenti in personale e impianti per il 2012. “Le aziende sono ottimiste”, dice ad Handelsblatt Dagmar Ossenbrink, il responsabile della Camera di commercio. La ritrovata fiducia degli investitori dipende dall’arrivo della democrazia e dalla relativa stabilità già raggiunta dalla Tunisia. Un clima positivo che si riflette anche nei dati macroeconomici. Se nel 2011 la turbolente transizione successiva alla fine del regime di Ben Ali aveva portato il paese ad una contrazione economica dello 0,8%, già nel 2012 le stime indicano una crescita di circa il 2,2%, mentre nel 2013 l’incremento della ricchezza nazionale dovrebbe essere ancora più marcato. La crescita è trainata dalle esportazioni, aumentate del 16%. Molte aziende europee utilizzano gli impianti tunisini per finire i prodotti e poi commerciali nell’eurozona. La vicinanza col Vecchio Continente è un vantaggio per la Tunisia, ma la turbolenza nell’area della moneta unica potrebbe danneggiare la rifioritura economica del paese. Molte aziende europee, come riportato da Handelsblatt, guardano con favore al paese per nuovi investimenti diretti. Gli imprenditori aspettano inoltre di capire quali saranno le riforme introdotte dalla nuova Assemblea costituzionale eletta lo scorso autunno. Nuovi investimenti che spingano la crescita sono particolarmente importanti per il paese guidato dal primo ministro Hamadi Jebali, dove la disoccupazione è ancora molto alta, intorno al 18%, dopo anni di difficoltà economiche.