Gli osanna levatisi venerdì’ 29 giugno all’indirizzo di Mario Monti, indicato come negoziatore magistrale che apriva l’Unione Europea al coordinamento delle sue politiche monetarie per il tramite dell’altro Mario a Francoforte, e’ ormai solo un lontano ricordo. L’idea ridicola secondo cui si trattava solo di mettere nel sacco la Merkel per garantire a Italia e Spagna un trattamento diverso da quello gia’ riservato alla Grecia, cede il passo alla consapevolezza: i politici possono farci molto poco, perche’ la crisi e’ di sistema e ha natura strutturale. Nei prossimi mesi capiremo quanto la finanza riuscira’ ancora a drenare risorse dai paesi indebitati nel tentativo di sopravvivere alla propria medesima overdose; e quanto viceversa la politica riuscira’ a gestire il fallimento di varie istituzioni finanziarie. Credo abbiano ragione gli economisti come Giovanni Dosi (nella foto) che reputano sano, anche se doloroso, il drastico ridimensionamento dell’economia finanziaria, passando anche dalla nazionalizzazione provvisoria di molte banche. Come dice Dosi, sacrificare i banchieri per salvare le banche.