Negli Usa lo scontro è sulle tasse dei ricchi

lunedì, 9 luglio 2012

La campagna elettorale per le presidenziali entra nel vivo negli Stati Uniti, e subito arriva lo scontro sulle tasse, come titola il più letto dei siti di informazione americani, “The Huffington Post”. Oggi il presidente Barack Obama lancerà la sua proposta di rinnovare i tagli fiscali introdotti da George W Bush, ma solo per i contribuenti che guadagnano meno di 250 mila dollari. Una misura che si scontra con l’opposizione repubblicana, che si dichiarano indisponibili ad ogni aumento delle tasse, e che rimarcano come alzare le imposte su chi guadagna di più significa indebolire l’economia in un momento già difficile per il sistema produttivo statunitense. Una sfida che diventa ideologica, visto che per Obama la base per far ripartire l’economia è il sostegno ai ceti medi, la cosiddetta “middle class”, oltre che alle persone più povere, le uniche fasce di reddito che dovrebbero beneficiare di ulteriori sgravi impositivi. Gli sgravi fiscali di Bush sono stati prolungati per due anni, ma a fine 2012 scatterà la loro cancellazione automatica a meno di un nuovo intervento del Congresso. Al momento il Parlamento americano è diviso tra una Camera repubblicana e un Senato democratico, quindi è assai improbabile che la proposta di Barack Obama possa passare. Ciononostante, alla luce di un’economia che non dà risultati positivi soprattutto sul fronte occupazionale, il presidente gioca le sue carte sulla tradizionale proposta della sinistra americana, ovvero la difesa degli interessi delle classi medio-basse. In questo momento i sondaggi rilevano una competizione molto equilibrata, con Obama leggermente in testa su Mitt Romney. Lo stato anemico dell’economia Usa tende però a favorire il candidato repubblicano, che può contare in questi mesi su un’eccezionale raccolta finanziaria, trainata dalle donazioni dei miliardari e delle grandi industrie che simpatizzano con la destra. A giugno Mitt Romney ha raccolto più di 106 milioni di dollari, mentre la campagna di Obama ha sì stabilito il proprio record, ma   con 71 milioni una raggiunto una cifra però molto inferiore alle donazioni ricevute dal suo avversario. Un distacco sul quale lo staff del presidente ha già lanciato l’allarme, visto che “potrebbe decidere le elezioni prima del loro inizio”.

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