Agli italiani il capitalismo piace sempre meno

venerdì, 13 luglio 2012

Negli ultimi anni di crisi la fiducia degli italiani nel capitalismo è crollata. Lo rileva la società demoscopica Pew Research Center, che ha condotto una ricerca globale sull’impatto della grande recessione economica nelle opinioni pubbliche di ventuno paesi, tra i quali appunto il nostro, gli Stati Uniti, la Cina, i principali Stati europei, il Giappone, l’India e il Brasile. In Italia solo il cinquanta per cento degli intervistati da Pew concorda con la proposizione secondo la quale le persone vivono meglio in un’economia basata sul libero mercato. Un vero e proprio crollo rispetto al recente passato, che evidenzia quanto la crisi abbia scosso e ribaltato prospettive consolidate. Tra il 2002 e il 2007 più del settanta per cento credeva nel capitalismo, con valori del tutto comparabili a quelli degli Stati Uniti. Ora però, dopo tre anni di eurocrisi, il capitalismo è supportato solo da metà della popolazione. All’interno degli altri paesi Ue solo in Spagna ed in Grecia si notano percentuali minori. La sfiducia nel libero mercato si accompagna ad un’esplosione di pessimismo sulla valutazione della società italiana. Solo il sei per cento è contento di come vada l’economia nel nostro paese, poco più di un decimo degli italiani è convinto che stiamo andando nella giusta direzione, e solo il 22% pensa che la situazione potrà migliorare nei prossimi dodici mesi. Per i cittadini del nostro paese il maggior responsabile di questa crisi sono i governanti degli ultimi anni. Ben l’84% dei cittadini del nostro paese ritiene che vada incolpato chi ha guidato l’Italia, mentre le banche sono al secondo posto con il 58%. La Ue, nonostante l’eurocrisi, è ritenuta responsabile da un piuttosto contenuto 15%, mentre “noi stessi” ottiene maggiori assensi, sfiorando il 20%.

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