Il no di Hollande alla Peugeot

lunedì, 16 luglio 2012

Il gruppo PSA Peugeot Citroën, una delle più grandi case automobilistiche francesi ed europee, ha annunciato settimana scorsa una significativa riduzione della forza lavoro. In Francia sarà chiuso uno storico stabilimento, ad Aulnay, e saranno diminuiti gli organici in un altro sito produttivo, quello di Rennes, e nell’amministrazione centrale di PSA. La riduzione complessiva dovrebbe assestarsi sugli otto mila posti di lavoro, un taglio occupazionale che ha già suscitato forti proteste e timori di pesanti ricadute sociali. Il presidente francese Hollande si è subito opposto, definendo il piano dell’azienda transalpina “inaccettabile” e da rinegoziare”, ed ha rimarcato la necessità che Aulnay rimanga un sito produttivo. Lo stabilimento si trova in un banlieu parigina, ed un’eventuale soppressione potrebbe avere effetti pesanti su zone economicamente in difficoltà. “Lo Stato non lascerà fare, perché è troppo facile dire che la colpa è del costo del lavoro, quando ci sono state scelte strategiche che non sono state buone, oppure quando gli azionisti si sono distribuiti dividendi, quando si potevano privilegiare gli investimenti”.  Oggi su Le Monde è intervenuto su questo tema il ministro dell’Economia Pierre Moscovici, che ha confermato le dichiarazioni del Capo di Stato sull’esigenza di rinegoziare una ristrutturazione industriale così dura sul piano occupazionale. Moscovici ha evidenziato come lo Stato abbia il dovere di tutelare l’occupazione, e di trovare una nuova soluzione socialmente più equa con il gruppo PSA. Allo stesso tempo il ministro dell’Economia ha precisato che l’elevato costo del lavoro non è l’unica ragione delle difficoltà del gruppo, contraddicendo così le dichiarazioni del presidente di PSA, Philippe Varin. “In Germania c’è un costo del lavoro pressoché simile a quello francese, e mentre dall’altra parte del Reno si producono cinque milioni e mezzo di macchine, nel nostro paese questa quota ora si è assestata sul milione e mezzo. Le cause delle difficoltà sono altre”. Moscovici ha così messo confermato come la priorità del governo socialista sarà la difesa dell’occupazione. Ancora una volta la Francia di Hollande si smarca dai paradigmi liberali che imperano sul Vecchio Continente, e prova a dare una risposta alternativa alle dinamiche del mercato. Il declino dell’industria automobilista europea è uno dei problemi maggiori dell’economia continentale, come ha evidenziato anche il caso Fiat in Italia.  Mario Monti aveva detto che “Fiat ha il diritto oltre che il dovere di scegliere, per i suoi investimenti, le localizzazioni che ritiene più convenienti”. Da Hollande e dal governo francese è arrivata una risposta opposta.

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