Il presidente francese François Hollande ha ribadito la sua intenzione di non inserire la “regola d’oro” del pareggio di bilancio in Costituzione. Secondo il Fiscal Compact, le nuove normative che normano i bilanci degli stati firmatari devono essere introdotte con particolari tutele legislative, anche di carattere costituzionale. Per evitare l’obbligo di referendum in alcuni paesi, però, non è stata reso obbligatoria la modifica della Costituzione. François Hollande si oppone ad una modifica permanente della Legge fondamentale della Repubblica francese: ” La regola d’oro, ossia il ritorno all’equilibrio di bilancio con programmi precisi non figura nella Costituzione perche’ non e’ li’ che deve trovarsi. La Costituzione – ha sottolineato – non e’ per qualche anno, e’ per sempre”. La decisione del presidente dovrà essere confermata dal Consiglio Costituzionale entro la prima metà di agosto. Per Hollande l’obbligo di pareggio di bilancio deve essere inserito in una legge organica, che ha un carattere rafforzato rispetto alle normative ordinarie, ma non deve essere inserito in Costituzione. Una scelta attaccata dalla destra dell’Ump, che ritiene obbligatoria ed automatica la modifica della Carta. Ancora una volta dalla Francia arriva un monito alla sinistra europea, spesso afona nell’eurocrisi. Se in Germania la Spd ha dedicato un apposito congresso ai cambiamenti introdotti dal Fiscal Compact, in Italia invece il Partito democratico ha detto sì alle nuove regole di bilancio senza alcuna discussione, come se fosse un tema irrilevante, e non la base fondamentale di ogni politica economica. Il Parlamento italiano sta approvando in queste ore i due trattati europei su bilanci, il Fiscal Compact, e sul fondo salva moneta unica, l’Esm, e nell’ultima Assemblea nazionale questi due temi non sono neanche stati messi all’ordine del giorno, un silenzio preoccupante alla luce dell’importanza del tema.