Lunedì di terrore in Borsa?

sabato, 21 luglio 2012

Wolfgang Schäuble, Mario Draghi e Mario Monti. I big dell’Europa si sono mossi oggi per lanciare messaggi tranquilizzanti ai mercati, dopo il crollo delle Borse europee di ieri, affondate in particolar modo a Madrid e Milano. La Spagna ha rendimenti sui titoli di stato decennali superiori al 7%, l’Italia un punto più sotto, un costo di finanziamento ormai insostenibile per il governo Rajoy, e anche per l’esecutivo italiano la linea del pericolo estremo è prossima. Schäuble ha evidenziato a Le Figaro che “l’Italia non avrà problemi, perché vengono prese oggi le giuste decisioni che il governo di Silvio Berlusconi  aveva evitato.  Mario Monti è una fortuna per l’Italia e per l’Europa. E spero che continuerà a godere del sostegno necessario in parlamento e presso l’opionione pubblica”. Mario Draghi ha invece rimarcato come l’euro sia una scelta irreversibile, e che la moneta unica non sia assolutamente in pericolo. Mario Monti ha usato toni più cauti, evidenziando come il rischio del “contagio” sia concreto. Dopo Grecia, Portogallo, Irlanda ed ora Spagna, anche l’Italia potrebbe essere costretta a chiedere l’assistenza degli organismi internazionali. Il rischio è davvero concreto, considerando che la scissione finanziaria dell’Europa aumenta ogni giorno sui mercati. Ieri, mentre le Borse perdevano a causa dell’aggravarsi della crisi spagnola, i bond francesi e belgi toccavano i loro rendimenti più bassi dall’inizio dell’euro, come ha rimarcato il Wall Street Journal. Per quanto riguarda le obbligazioni spagnole è invece successo esattamente l’opposto. Questa spaccatura così palese e le mancate risposte della politica europea inquietano gli investitori e rendono molto più facili gli attacchi della speculazione. Fino a settembre, quando la Corte costituzionale tedesca darà il suo giudizio sul fondo salva euro Esm e sul Fiscal Compact ci sarà da tremare, e la giornata di perdite di ieri potrebbe essere solo un antipasto di quello che succederà nelle prossime settimane. Il primo segnale arriverà lunedì, e potremo iniziare a capire se rivivremo l’agosto di tonfi continui che aveva preceduto il letale fallimento di una delle più grandi banche d’affari del mondo, Lehman Brothers.

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