Borse, un crollo europeo

lunedì, 23 luglio 2012

Doveva essere un lunedì di panico finanziario e così è stato. La riapertura delle Borse in tutta Europa è coincisa con un tonfo trascinate al ribasso dalla crisi dello spread. I risultati peggiori nelle piazze finanziarie dell’eurozona si sono registrati a Parigi e Francoforte. I titoli di stato decennali di Italia e Spagna hanno vissuto una giornata drammatica, che si è conclusa con un altro significativo aumento del costo di finanziamento del loro debito pubblico. Ora la Spagna paga un tasso di interesse di circa sette punti percentuali e mezzo, un valore insostenibile anche nel breve periodo. L’Italia sta centoventi punti base più sotto, e la soglia da bancarotta – Bankitalia la indica nell’8% – non è molto distante.  A Piazza Affari così come a Madrid la crisi dello spread ha fatto sentire tutta la sua forza, spingendo al ribasso la gran parte dei titoli bancari o assicurativi, anche se le misure anti speculative prese hanno contenuto le perdite sotto i due punti percentuali. Le autorità di vigilanza hanno reagito vietando la vendita allo scoperto, il cosiddetto short, che consiste nella vendita di titoli non posseduti da chi vende, che li gira appena ottenuto un prestito (il classico short selling) oppure li cede anche se non li ha ottenuti in prestito, un’operazione definita vendita a nudo. La Consob ha vietato le vendite allo scoperto  fino a venerdì prossimo sui titoli bancari o assicurativi. Tra i più grossi ci sono  Banca Generali, Banca Monte Paschi Siena, Banca Popolare Milano, Fondiaria – Sai,Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Mediolanum e Unicredit. In Spagna invece il divieto sarà molto più esteso, visto che durerà ben tre mesi. Le cancellerie continentali non hanno fatto commenti significativi sulla giornata campale sulle Borse, visto che è ripartito il balletto sulle dichiarazioni pro o contro uscita della Grecia dell’euro iniziato con l’intervista del vice cancelliere della Germania, il liberale Rösler, che aveva rimarcato di aspettarsi a breve un abbandono ellenico, anche perché un simile scenario non avrebbe costituito più un problema per la tenuta della moneta unica. Più di un osservatore ritiene che senza un intervento della Bce la crisi attuale dello spread non sia superabile, ma Berlino e la Bundesbank  si sono da sempre, e  vigorosamente, opposti a programmi di acquisti di bond dei paesi membri in difficoltà. Domani i mercati daranno la loro risposta, anche se è eventuali movimenti speculativi potrebbero portare a rialzi dei listini azionari.

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