Rosy Bindi, mia cara politica all’antica

mercoledì, 25 luglio 2012

Questo articolo e’ uscito su “Vanity Fair”

Sono piu’ di vent’anni che mi arrabbio con Rosy Bindi, ci litigo e la ammiro, considerandola una donna politica all’antica degna di ricoprire le piu’ alte cariche istituzionali per la rettitudine e il senso di comunita’ che la animano.

Le prime volte mi ci sono scornato quando veniva in televisione a difendere l’onore di un partito screditato, la Democrazia Cristiana, che non le somigliava affatto. Poi ricordo un vero e proprio litigio, sara’ stato il 1997, quando da ministro della Sanita’ del governo Prodi pretese che revocassi l’invito al governatore lombardo Formigoni (si’, c’era gia’ lui!) altrimenti lei non sarebbe venuta alla mia trasmissione. Una vera prepotente, feci a meno della sua presenza.

Me ne sono accorto fiancheggiandola nelle primarie del Partito Democratico, cui si candido’ in alternativa a Veltroni: questa politica all’antica conservava il settarismo correntizio, guai a chi tentava di penalizzare i “suoi”; era disposta a fatiche e sacrifici ma non a diminuzioni di status; si apriva a nuove alleanze perfino spregiudicate purche’ nessuno violasse la sua orgogliosa appartenenza primaria. Che rabbia vederla firmare con gli altri notabili dell’ex Margherita quegli insulsi comunicati sul tesoriere Lusi, solo perche’ lei difende il professionismo politico come virtu’ degna di finanziamento pubblico.

Quale sarebbe, dunque, questa sua orgogliosa appartenenza primaria? Bisogna andare al suo paese toscano, Sinalunga in Valdichiana, per capirlo. Seguire la Messa del prete che la conosce bene. Vedere come si lascia trattare dalla mamma e dai nipoti. Scoprire che la sua durezza e’ un’anima popolare cristiana forgiata dapprima nel confronto alla pari con la soverchiante egemonia comunista; e poi, ormai sicura di se’, disposta a battagliare con altrettanta baldanza nell’Azione Cattolica (se le suonarono di santa ragione la Bindi e i tradizionalisti come Dino Boffo, in gioventu’) e perfino con la gerarchia dei vescovi.

Qui m’interrompo. Avrete capito che nutro per Rosy Bindi una speciale ammirazione, corroborata dagli insulti misogini a lei riservati dagli italioti piu’ prevedibili come Cossiga, Berlusconi, Grillo. Piu’ le danno addosso e piu’ si capisce che la Bindi ha un valore speciale.

Perfino nel suo scontro sulla codificazione matrimoniale delle unioni omosessuali, e sul diritto all’adozione di figli, ho riconosciuto in lei -nel dissenso- una statura politica fuori dal comune. La Bindi non avrebbe mai adoperato argomenti grossolani e caricaturali come ha fatto purtroppo l’Arcidiocesi di Milano, nei giorni scorsi, per osteggiare l’istituzione di un registro civile delle Unioni di fatto, voluto dal sindaco Pisapia. Si sono inventati la scusa che il Comune favorirebbe la poligamia, come se fossero afflitti da famiglie con piu’ mogli quei paesi europei in cui i diritti civili sono riconosciuti da ben prima e piu’ che in Italia. Che pena leggere il filosofo Cacciari criticare per la troppa fretta il Comune di Milano, vantandosi di essere riuscito a non litigare col Cardinale Scola quando risiedeva a Venezia.

La Bindi, al contrario, non se ne sta comoda in retroguardia. Dalle sue parti si direbbe che va in cerca di casini. O meglio cerca l’incontro e la sfida con dimensioni della sessualita’ e della convivenza che la turbano, ne sfidano l’esperienza, che avverte estranee ma non per questo meno rispettabili. Sono sicuro che nell’intimo la sua spiritualita’ e’ passionale e curiosa, ne’ si sentirebbe umiliata dal riconoscimento civile di queste realta’ incontrate lontano dal rifugio di Sinalunga, dove ritorna appena puo’, di corsa, divertendosi nell’eccesso di velocita’ autostradale cosi’ come nel confronto appassionato.

Va in cerca di casini e se a torto vi sembra di trovarla in retroguardia, la Bindi, e’ perche’ e’ cocciuta: teme le si voglia togliere l’appartenenza cristiana fondativa della sua straordinaria femminilita’. Perche’ lei e’ una gran donna, come sanno coloro che la conoscono anche nei difetti incorreggibili. Ma volete mettere la soddisfazione di litigare sui diritti civili con una che ci crede come lei; sapendo che da servitrice delle istituzioni l’avreste comunque al fianco perche’ sa andare controcorrente. E confidando che nella discussione vi portera’ valori e argomenti sempre degni. Perche’ tutto e’, tranne che una azzeccagarbugli clericale come quelli che ci deludono a Milano in questi giorni.

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