Caro Draghi, ricorda il tuo maestro Caffè

giovedì, 26 luglio 2012

Mario Draghi di fronte ai banchieri della City di Londra ha ribadito che la Bce farà di tutto per salvare l’euro. Una ripetizione dei concetti già lanciati nell’intervista di sabato scorso a Le Monde, che non erano serviti per evitare l’ulteriore impennata degli spread di Italia e Spagna, e il crollo delle Borse. Le parole di Draghi però  questa volta hanno avuto subito effetto, visto che i rendimenti dei bond decennali italiani sono scesi, così come quelli spagnoli, ora sotto la soglia del 7%. Anche le Borse hanno tirato un sospiro di sollievo, e Piazza Affari cresce al momento di più di cinque punti percentuali. Alle parole dovranno però seguire i fatti, perché la crisi dell’euro ha bisogno di risposte che permettano di evitare il crollo dell’intero edificio comunitario. A questo fine, come hanno chiesto gli economisti dell’Istituto per il Nuovo pensiero economico (Inet l’acronimo inglese) sponsorizzato da George Soros servono politiche monetarie anche non convenzionali, diverse dunque da quanto fatto finora dalla Bce. Finora l’Eurotower ha seguito la classica linea del rigore monetario predicata dalla Bundesbank tedesca. Secondo molti osservatori però serve qualcosa di diverso, visti i fallimenti finora collezionati dall’austerità. Per Giorgio Lunghini, uno degli economisti firmatari dell’appello contro l’informazione neoliberista sulla crisi, la svolta potrebbe arrivare dalla cultura keynesiana di Mario Draghi. “C’è un uomo che può salvare l’Europa. E quell’uomo, allievo di Federico Caffè, ha una formazione keynesiana. Il keynesismo di Mario Draghi può evitare il baratro”.

Chissà se Mario Draghi risponderà nei prossimi giorni alle sollecitazioni di Lunghini, a ricordare la lezione del suo maestro Federico Caffè uno dei più importanti economisti italiani del secondo dopoguerra. Caffè era particolarmente vicino alla scuola economica scandinava, quella di Knut Wicksell e Gunnar Myrdal, che rimarca l’importanza di un’equa distribuzione del reddito e del ruolo dello Stato come promotore di benessere economico. Una delle massime di Caffè ribadiva come ” il mercato sia una creazione umana, e  l’intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio”.Come Keynes insegnava infatti, quando c’è una situazione di trappola della liquidità simile all’attuale è necessario che si affianchi ad una politica monetaria espansiva un intervento fiscale dei poteri pubblici per favorire la ripresa economica. Finora l’Europa ha seguito la strada opposta, e la realizzazione di una simile svolta rimane oltre modo complessa.

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