Se si spacca l’establishment tedesco

venerdì, 27 luglio 2012

Per la prima volta dall’inizio dell’eurocrisi la Germania sembra essere isolata e divisa. La svolta di Draghi, che ha aperto ad un intervento diretto della Bce per salvare gli stati in crisi da spread dal default, e così assicurare la permanenza della moneta unica, ha messo in crisi i dogmi tedeschi. La Banca centrale europea è stata modellata sulla Bundesbank di Francoforte, dalla quale dista poche centinaia di metri, e per la Germania di fede conservatrice il suo unico è la stabilità dei prezzi, per contenere l’inflazione e tutelare così i risparmi ed il potere d’acquisto dei cittadini. Le politiche monetarie non convenzionali hanno effetti in realtà più contenuti sul rialzo dei prezzi, come evidenziato negli scorsi decenni dal Giappone, la cui stampa di moneta non ha mai provocato significative fiammate inflazionistiche. La possibilità della ripetizione di un caso Grecia per la terza e quarta economia dell’eurozona, Italia e Spagna, ha però aperto una profonda spaccatura nell’establishment che guida la Germania. Questa mattina la Bundesbank ha sollevato tutti i suoi dubbi su un intervento diretto della Bce, rimarcando come sia una prosecuzione del programma di acquisto di bond sul mercato secondario, sia una licenza bancaria concessa ai fondi salva euro, Efsf ed Esm, configurino un’infrazione dei Trattati europei. La smentita più pesante però ai dubbi della Buba sono arrivati però da Wolfgang Schäuble. Il ministro delle Finanze tedesco, e peso massimo della Cdu insieme alla cancelliera Merkel, ha ribadito il suo appoggio alle misure preannunciate da Draghi. Una spaccatura pesantissima al vertice della Germania, che riflette l’inquietudini dell’anima conservatrice di Berlino. Il quotidiano di riferimento della destra tedesca, Die Welt, ha pubblicato un editoriale pesantissimo nel quale il governatore della Bce viene accusato di essere un “cavallo di Troia dell’Europa del Sud indebitata che vuole comandare e vivere sulla ricchezza di quella del Nord”. Toni virulenti riecheggiati anche nelle parole di un deputato liberale, Frank Schäffler, che ha sostenuto in un’intervista al giornale economico Handelsblatt come Draghi non sia un salvatore, ma un saccheggiatore dei risparmi dei cittadini. Una tensione che evidenzia quanto sia rumoroso l’attuale silenzio di Angela Merkel.

La cancelleria ha scelto poi di parlare oggi nel modo più rumoroso possibile, con una dichiarazione congiunta fatta assieme al presidente Hollande. “Francia e Germania si impegnano a fare di tutto per salvare l’euro”. Ora la Merkel potrebbe confrontarsi con un terremoto in casa, ma da Berlino il messaggio è arrivato in modo incontrovertibile, con pieno appoggio alla svolta di Draghi.

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