A circa 100 giorni dalle elezioni presidenziali la sfida tra Barack Obama e Mitt Romney rimane molto equilibrata. La storia insegna quanto sia difficile battere i presidenti uscenti, ma lo sfidante repubblicano può contare su un’economia deludente, che potrebbe ancora peggiorare alla luce dell’eurocrisi. Gli ultimi sondaggi indicano una leggera prevalenza di Obama, che prevale al momento grazie al suo netto vantaggio nell’elettorato femminile. La strategia della Casa Bianca è consapevole della difficoltà della riconferma, e poter vincere ancora gli strateghi democratici stanno puntando le loro carte sulla mobilitazione della base elettorale progressista. Alla Convention di Charlotte, che si svolgerà tra un mese, i democratici inseriranno per la prima volta nella loro piattaforma elettorale l’introduzione del matrimonio gay. Una scelta netta, che supera le titubanze su questo tempo che avevano caratterizzato lo stesso Obama. Il discorso più importante sarà tenuto invece da un americano di origini messicane, il giovane sindaco di San Antonio Julian Castro. San Antonio è la seconda città più popolosa del Texas, ed una delle metropoli più grandi degli Stati Uniti, e la scelta del suo sindaco come volto chiave della Convention di Obama simboleggia la scommessa “ispanica” della campagna obamiana. La comunità latina, figlia dell’immigrazione centro o sudamericana negli Usa, è uno dei blocchi chiave dell’elettorato americano, visto che rappresenta circa il dieci per cento dei votanti. Il presidente democratico ha prima introdotto una sanatoria per i giovani immigrati clandestini, ed ora sceglie un sindaco di origine messicane per lanciare le parole d’ordine della sua campagna. Una chiara strategia di corteggiamento della nuova America, quella delle minoranze etniche e sociali, che nonostante il deludente stato dell’economia possono ancora affidarsi alla proposta politica progressista.