Ben strano paese il nostro, se è Luciano Violante, proprio lui, con la sua biografia e con la sua impronta culturale, l’alfiere della lotta contro il “populismo giuridico”. Una categoria che, ammessa e non concessa la sua esistenza, affonda le sue origini nella cosiddetta emergenza degli Anni Settanta. Oggi Violante è un dirigente del Pd incaricato da Bersani delle missioni trasversali più delicate, dalla riforma elettorale alle controversie con la magistratura. Si presenta come uno statista riconosciuto tale da entrambi gli schieramenti, protagonista temuto e rispettato. Con lui sarà giusto discutere nel merito, senza prescindere dalla sua condizione di paradosso vivente.