Savona: una via eterodossa contro il debito

martedì, 28 agosto 2012

Paolo Savona, insieme a Michele Fratianni e Antonio Maria Rinaldi, propone oggi sul Sole 24 Ore una doppia cura per contrastare la crisi del debito, ed abbassare il costo del suo rifinanziamento che sta affondando l’economia italiana. I tre economisti ritengono illusoria l’idea che la fase più acuta delle difficoltà siano passate, visti che i valori attuali dello spread tra Bund e Btp evidenziano come i mercati continuino a ritenere ormai “rotta” l’eurozona. “Finché prevale uno spread delle dimensioni attuali in Italia e altrove, il mercato agisce come se si fosse già rotta l’unità dell’eurosistema. La Bce può impedire il tracollo attivando gli strumenti tradizionali di una banca centrale (come va facendo la Fed): inondare di liquidità l’economia agendo da prestatore di ultima istanza nei confronti degli Stati in difficoltà. Pur tra tanti divieti nazionali e incertezze, la Bce può sempre farlo ed è forse questo il motivo per cui il mercato esita a dare un colpo di grazia all’eurosistema.” Invece che continuare sulla via di continui avanzi primari, secondo Savona, Fratianni e Antonio Maria Rinaldi, i mercati danno tempo agli stati in crisi da debito sovrano per effettuare interventi straordinari. I tre economisti propongono una sorta di default controllato e garantito. La doppia cura consiste infatti nel consolidamento del debito, ovvero l’allungamento delle cedole e delle scadenze delle obbligazioni italiane, e nella contemporanea cessione di patrimonio pubblico al fine di rendere più attrattiva l’operazione di consolidamento, da effettuare tramite un derivato finanziario.”

La scadenza di tutti i titoli pubblici italiani in circolazione si deve uniformare a 7 anni per consentire al Governo di legislatura di beneficiare degli effetti di una politica ben chiara e delineata, dimostrando al mercato nei fatti che essa è efficace per la ripresa e per il risanamento della finanza pubblica. Se lo facesse, il Governo si renderebbe indipendente dall’assillo dei rinnovi e dagli alti oneri finanziari derivanti dall’incorporazione dello spread nella struttura del debito e del bilancio. La contropartita da concedere è il pagamento di una cedola pari al costo della vita più un 20% del saggio di crescita reale del Pil (se positivo), nonché la concessione di uno warrant che offra l’opzione al detentore di acquistare o di negoziare un diritto di acquisto su lotti di patrimonio pubblico in corso di cessione o valorizzazione

Una simile operazione, secondo Savona, permetterebbe un risparmio di 40 miliardi di euro di interessi, e se accompagnata da politiche di stimolo alla crescita rassicurerebbe anche i mercati nonostante lo shock iniziale. Il problema di questa opzione rimane però la sua sostenibilità per il nostro sistema finanziario. Allungare le date di scadenza dei titoli di stato porta ad una loro perdita di valore. La svalutazione dei bond italiani si scaricherebbe sul patrimonio netto delle banche italiane, che hanno in portafoglio circa 500 miliardi di euro in titoli di stato, con conseguenze pericolosissime per la tenuta del sistema creditizio.

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