La Catalogna al fallimento, addio secessionismo

mercoledì, 29 agosto 2012

Niente più soldi. La Catalogna ha dovuto prendere atto di questa triste realtà e chiedere aiuto al governo centrale di Madrid per ottenere i cinque miliardi di euro necessari ad evitare il default. Addio all’orgoglio nazionalista dei catalani, da sempre contrapposti al centralismo di Madrid, e abbandono delle velleità indipendentiste. Dopo anni di crescita impetuosa la regione più ricca della Spagna, una dei quattro motori d’Europa insieme alla Lombardia, il Baden-Württemberg ed il Rodano-Alpi è stata travolta dalla drammatica recessione iberica. Il debito della Comunità autonoma è esploso, e i soldi per ripagare le obbligazioni mancano.  Nonostante anni di rivendicato sviluppo catalano, il mese scorso erano stati bloccati gli stipendi di molti lavoratori dell’amministrazione regionale, così come aumentati i tributi sulle prestazioni sanitarie. Ma i sacrifici non sono bastati a contenere il costo sempre più alto del debito. Ecco perché il governo catalano si è arreso, chiedendo al governo Rajoy di accedere al fondo speciale di liquidità al quale hanno già ricorso le regioni di Valencia e Murcia. Dal 2010 a Barcellona è tornata a governare Convergenza e Unione, formazione moderata che al suo interno ha una forte componente indipendentista. L’esecutivo catalano ha rimarcato come non accetterà alcuna condizione per l’accesso al fondo del governo centrale, rimarcando come in realtà stia chiedendo indietro i soldi che i suoi cittadini pagano a Madrid. Una puntura di spillo alla quale Rajoy ha preferito non rispondere, nonostante da sempre i rapporti tra la capitale spagnola e Barcellona siano tesi. Ma le velleità indipendentiste dei catalani sono ormai state spazzate via dall’eurocrisi, che sta gradualmente seppellendo anche il federalismo. Da Bruxelles in questi mesi è arrivato un messaggio molto chiaro: la moltiplicazione dei centri di spesa che segue la concessione di maggior autonomia non è più sostenibile finanziariamente. Una realtà alla quale si è dovuto adeguare anche l’orgoglioso nazionalismo catalano.

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