Una testimonianza sulla “buona morte”

martedì, 4 settembre 2012

Dopo tante generiche excusatio non petite di stampo clericale sull’accanimento terapeutico respinto dalla dottrina cattolica, e quindi sulla “liceità” delle ultime volontà di Carlo Maria Martini, ecco giungere preziosa la testimonianza di sua nipote Giulia Facchini Martini, pubblicata su “Corriere della Sera” e “La Stampa”. E’ un documento commovente e chiarificatore nel dettaglio, consiglio a tutti di leggerlo. Si descrive il percorso della malattia e la precisa volontà del morente. Si racconta il momento in cui, rispettando il suo desiderio, il cardinale Martini è stato sedato, cioè addormentato, non ritenendo egli di sopportare un sondino naso-gastrico per l’idratazione e un tubo chirurgicamente inserito nell’addome per l’alimentazione. Sedato, addormentato da una brava dottoressa, e poi tenuto per mano fino all’ultimo dai suoi cari che ne hanno accompagnato in preghiera il distacco dell’anima dal corpo.
In questi giorni a Milano il Comune discute l’introduzione di un testamento biologico registrato, in assenza e supplenza di una norma nazionale che garantisca il rispetto delle volontà del cittadino riguardo ai trattamenti sanitari. La lettera di Giulia Facchini Martini giunge preziosa a ispirare i nostri amministratori.

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