Reuters: il sì della Troika non aiuterà la Grecia

venerdì, 7 settembre 2012

Il destino della Grecia appare sempre più senza speranza. Mentre i neonazisti di Alba Dorata superano il Pasok nei sondaggi, diventando il terzo partito del paese, la Troika sta completando la sua valutazione finale sul programma di consolidamento fiscale realizzato dal governo Samaras. Negli ultimi mesi il terzetto formato da Commissione europea, Bce e Fondo monetario internazionale ha notato alcuni passi avanti, ma gli obiettivi concordati per la concessione del nuovo maxi prestito non saranno ottenuti. Ciononostante, riporta un’anticipazione della Reuters, è probabile che la Troika conceda il via libera alla nuova trance di aiuti per 31 miliardi di euro. La recessione dell’economia greca, che sta letteralmente crollando sotto i colpi dell’austerità, rende il consolidamento fiscale praticamente impossibile. Quest’anno la contrazione del Pil sarà del 7% invece che del 5% stimato in precedenza, ed i nuovi tagli decisi dal governo Samaras chiuderanno eventualmente solo il mancato gettito derivante dal peggioramento congiunturale. Tagli che si basano sulla riduzione degli stipendi dei lavoratori pubblici e delle pensioni, misure che hanno già sollevato notevoli proteste in un paese stremato da anni di rigore.

Ecco perché il non rispetto degli obiettivi sarà valutato con minore severità, anche se c’è poco consenso verso il rinnovo degli aiuti all’interno dell’Unione europea. Una fonte della Troika, rimasta anonima, rimarca comunque una sensibilità nuova verso la Grecia. “L’aggiustamento è così difficile a causa della povertà, non si tratta di ridurre i margini di profitto”. L’analisi della Reuters si conclude però in modo piuttosto pessimista sul futuro di Atene. Secondo un autorevole osservato citato dall’agenzia internazionale, la permanenza della Grecia nell’euro sarà forse prolungata, ma il paese ormai non ha più chance di riprendersi. “Alla fine la rottura del piano di salvataggio è inevitabile, ed non è importante sapere chi mette il chiodo sulla bara, la Grecia o i suoi partner europei. Il problema ora è solo il quando”.

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