Come funzionano le primarie all’estero

venerdì, 21 settembre 2012

Nelle prossime settimane saranno fissate le nuove regole per le primarie per scegliere il candidato alla presidenza del consiglio del centrosinistra. Oggi è scoppiata una nuova polemica innescata dal coordinatore della campagna di Matteo Renzi, l’ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi, che ha tuonato contro l’istituzione di un registro pubblico  degli elettori  partecipanti alle primarie.

Mi pare una forma di schedatura che rischia di allontanare tante persone che non hanno alcuna voglia di vedere il proprio nome pubblicato. Una roba da regime comunista, che alle primarie non è mai stata fatta e contro cui faremo muro. Sono sicuro che non passerà

La polemica di Reggi si riferisce all’innovazione dell’albo degli elettori già sperimentato nelle primarie dell’Unione del 2005 e nelle successive primarie per l’elezione del segretario del Pd, svoltesi nel 2007 e nel 2009, i cui dati erano tutelati dalla privacy. Il PD ora vorrebbero rendere pubblico questo registro, pubblicandolo per esempio online sul proprio sito. Al di là delle polemiche interne ai democratici, il carattere pubblico del registro degli elettori non sarebbe una peculiarità italiana nel caso in cui fosse introdotto.

Le primarie sono una forma di consultazione piuttosto rara nel mondo. Il paese che più utilizza questa consultazione sono ovviamente gli Stati Uniti, all’interno dei quali vigono regole molto diverse tra di loro. Ogni stato gestisce in maniera completamente autonoma la competenza sulla materia elettorale, e di conseguenza le regole sulle primarie si differenziano anche molto tra di loro all’interno della federazione statunitense. Esistono però dei tratti comuni, ed uno di questi è proprio il carattere pubblico dell’elenco di chi vota alle primarie, presente nella stragrande maggioranza degli stati americani. La vera differenza tra Italia ed Usa in questo ambito risiede nell’organizzazione delle primarie. Se in Italia ci hanno finora pensato i partiti, negli Stati Uniti sono gli organismi competenti degli stati a provvedere al loro svolgimento.

Le primarie sono dunque  un’elezione che si svolge in maniera identica alle presidenziali o altre consultazioni federali o statali. In molti stati esiste inoltre la registrazione partitica, ovvero per essere iscritti alle liste elettorali si deve comunicare la formazione alla quale si aderisce: uno dei due major parties, repubblicani o democratici, altre formazioni che hanno superato una soglia minima di consensi, oppure si può scegliere  di non identificarsi in alcun partito, rimanendo “indipendenti”. Per partecipare alle primarie a volte occorre essere registrati, anche se questa regola è prevista solo in alcuni stati, e talvolta la registrazione è possibile anche il giorno stesso dell’elezione. Le formazioni politiche americane, così come anche i normali cittadini, possono avere accesso ai registri elettorali, in modo da sapere quale orientamento partitico hanno gli elettori registrati. Uno strumento molto utilizzato per mobilitare gli elettori durante le campagne elettorali, a volte anche nel giorno stesso delle consultazioni, così da portare ai seggi chi, in teoria, dovrebbe votare il partito per il quale si è registrati.

 

L’altro paese europeo che ha sperimentato elezioni primarie è la Francia, dove il partito socialista ha organizzato due consultazioni, nel 2006 e nel 2007, per selezionare il proprio candidato alla presidenza della Repubblica. Nel 2006 le primarie però erano riservate ai soli iscritti del partito socialista, mentre nel 2011 la gauche transalpina adottò un modello molto simile a quello sperimentato in Italia. Per partecipare alle primarie si doveva essere iscritti nelle liste elettorali francesi, votare una quota minima di un euro, e  firmare una carta di intenti di adesione ai valori della sinistra francese, che recitava: ” Mi riconosco nei valori progressisti e repubblicani, per un progetto di una società basata sulla libertà, l’uguaglianza, la fratellanza, la laicità, la giustizia e il progresso sociale”. Per quanto riguarda il registro delle primarie la regola ne prevedeva la distruzione sotto il controllo dell’autorità giudiziaria al fine di tutelare la privacy degli elettori. Una scelta che il Partito socialista concordò con il ministero dell’Interno francese.

 

 

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