La scommessa di Hollande per unire rigore e giustizia sociale

sabato, 29 settembre 2012

La Francia di Hollande si adegua al dettato del Fiscal Compact, ma con la nuova legge di bilancio presentata ieri ha già sostanzialmente annunciato che non lo rispetterà in alcune sue prescrizioni.  Il governo Ayrault ha presentato una manovra da quasi 40 miliardi, fortemente squilibrata sull’aumento delle entrate fiscali, al fine di ottenere i risparmi imposti dal trattato sui bilanci europei. Nel 2017 però, anche nelle previsioni del governo, non arriverà il pareggio di bilancio prescritto dal Fiscal Compact, così come il raggiungimento di un deficit al 3% nel Pil nel 2013 appare assai complicato. Un obiettivo impossibile, ha già sottolineato il presidente dell’Assemblea nazionale Claude Bartolone.

La legge finanziaria del governo Ayrault si basa su nuove tasse, pari a 24 miliardi di euro, e 12 miliardi generati da risparmi di spesa. I più penalizzati dalla nuova manovra sono i ceti più abbienti, già mobilitatisi contro il nuovo governo socialista. Le grandi imprese dovranno pagare quasi 10 miliardi in più di nuove tasse, mentre sarà inasprita l’imposta sui grandi patrimoni. Sarà introdotta anche la nuova aliquota del 75% sui redditi superiori ad un milione di euro, che però darà entrate davvero contenute, solo 200 milioni di euro in più.

Hollande ha così deciso di rispettare il rigore cercando di coniugarlo con la giustizia sociale. Misure di risparmio concentrate sulla macchina burocratico-amministrativa, e nessun taglio alla spesa sociale. Il governo francese ha modellato la sua manovra su un paese, che, in modo simile all’Italia, cresce grazie ai consumi interni, che rappresentano quasi il sessanta per cento della ricchezza nazionale. La penalizzazione di grandi imprese e redditi alti ha sotto questo punto di vista una logica, che però potrebbe scontrarsi ancora una volta con la globalizzazione. La mobilità dei capitali così come delle persone è massima in questo momento storico, ed una fuga degli investimenti dalla Francia potrebbe rendere impossibile il rigore, e costringere il governo a dolorosi tagli alla spesa sociale.

 

 

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