Che cosa pensano i lavoratori dell’Altoforno 5

martedì, 2 ottobre 2012

Pubblico anche sul blog la lettera dei 97 lavoratori dell’Altoforno 5 dell’Ilva, di cui ho citato alcuni passi all’Infedele del 1 ottobre 2012.

 

Lassù a 70 metri d’altezza!
25/09/2012, sono passati esattamente 2 mesi da quel 26/07/2012
quando un fulmine colpì le nostre certezze e le nostre vite.
Stanchi e coscienti che non era più momento di attendere nessuna
decisione ufficiale del Gip che pensavamo essere negativa come poi si è
dimostrato essere; martedì 25 settembre, al cambio tra il primo ed il
secondo turno, abbiamo preso in spalla le nostre speranze i nostri dubbi e
le nostre certezze di quello che stavamo andando a fare e le abbiamo
portate lì su a 70 metri d’altezza sul nastro di carica CV12.
Siamo saliti lì su per manifestare il nostro disappunto su tutto quello che
sta avvenendo e tutto quello che in questi due mesi è successo O NON
E’ SUCCESSO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Confusione notizie non vere e tendenziose, specie quelle venute
dall’esterno alla nostra area e al nostro reparto, notizie false e
tendenziose che la stampa pur di vendere giornali e fare titoloni
continuava e continua a scrivere senza nessuna cognizione. L’ultima
settimana prima della nostra decisione è stata devastante, centinaia di
telefonate da altri reparti per sapere e dire che:
· l’Afo/5 aveva fermato per sempre e che si stava spegnendo
· l’Afo/5 era circondato da forze dell’ordine per essere spento
· l’Afo/5 stava esplodendo perché era stato fermato male e non in
sicurezza,
· nostri colleghi da casa che chiamavano per sapere se eravamo fermi
per sempre perché avevano letto e sentito dalla stampa certe
affermazioni venire da fonti sicure
mentre noi eravamo al nostro posto di lavoro ignari di tutto.
Le uniche notizie certe vengono dai custodi:
sono iniziate è sono ancora in atto le procedure per lo spegnimento per
l’Afo/5 e l’Afo/1, impartite ed imposte dai suddetti.
Ci siamo resi conto che più di qualcuno pensa che il problema interessi
soltanto i ragazzi dell’Afo/1 e dell’Afo/5, ma forse NON E’ CHIARO che
con queste imposizioni è stato decretato il fallimento dello stabilimento.
I 4 altfiforni in marcia producono gas che alimentano le centrali termiche
(CET 2 e CET 3), le quali producono una certa potenza elettrica più o
meno 600 MWatt/h, se dovesse mancare il gas dell’Afo/1 e dell’Afo/5
contemporaneamente, ed in più il gas coke delle batterie da fermare
insieme agli Altiforni (3-4-6-9-10-11), la produzione di energia elettrica
per lo stabilimento si ridurrebbe più della metà e non sarebbe sufficiente
per alimentare le potenti macchine delle aree di laminazione, così come
non ci sarebbe abbastanza gas per i forni di riscaldo dei treni nastri.
Noi siamo e saremo lì su a 70 metri, fin quando non avremo una giusta
risposta precisa e definitiva sul fatto che lo stabilimento può continuare a
produrre, migliorando sempre di più. Non scenderemo fin quando non sarà
ottenuta l’AIA che la proprietà si deve impegnare a rispettare; un’AIA
che deve avere regole precise e durature nel tempo, non lasciate a
possibili cambiamenti da parte di qualunque personaggio politico e non.
Non scenderemo fin quando i dissidi tra governo, magistratura e procura
non finiranno, cioè fin quando non sarà certo e definitivo che un’eventuale
AIA concessa all’ILVA di Taranto non sia la LEGGE e che questa legge la
proprietà si impegna a rispettare e che questa legge non sarà più
cambiata ogni 6 mesi per dare l’opportunità alla proprietà di fare ingenti
investimenti sugli impianti, ma che questi investimenti siano fissati una
volta per tutte.
SOLO AD ALLORA CERTI DI UN FUTURO MIGLIORE PER TUTTI
DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE DELLA SICUREZZA E DEL
POSTO DI LAVORO, NOI SCENDEREMO DA LASSU’ DA 70 METRI
D’ALTEZZA!
Noi vogliamo continuare ad essere fieri di quello che facciamo, e del
nostro lavoro, senza compromettere la nostra salute quella delle nostre
famiglie e quella di tutti. Vogliamo continuare a cambiare e migliorare,
come abbiamo fatto in questi ultimi anni perché noi giovani ragazzi entrati
13 anni fa, siamo gli artefici del cambiamento di questo stabilimento e
siamo fieri ed orgogliosi di tutto quello che stiamo facendo e abbiamo
fatto. Sappiamo benissimo che tutti conoscono il passato di questa
azienda STATALE, di tutto quello che avveniva qui dentro e di come
avveniva. Sappiamo benissimo che ora tutti fanno finta di niente, come se
l’ITLASIDER fosse stata sempre privata. La nostra proprietà avrà le sue
colpe, ma state ben certi che ha anche dei meriti e questi meriti li ha
perché noi siamo stati artefici del cambiamento avvenuto negli ultimi anni,
non solo noi scriventi ma tutti noi 12000 lavoratori ILVA.
Noi vogliamo che il nostro Acciaio diventi il simbolo della nostra amata
Taranto nel mondo, vogliamo che l’acciaio di Taranto sia il migliore di tutti
e che sia riconosciuto per l’alto livello di qualità di impatto ambientale
dello stabilimento di Taranto.
Da 70 metri sul CV/12 dell’AFO/5
30/09/2012
I 97 lavoratori dell’Altoforno 5 di Taranto

 

Qui sotto invece pubblico una precisazione sulla missiva.

 

 

I miei collaboratori, quelli LASSU’ A 70 METRI, mi chiedono di scriverLe riguardo la loro lettera.
Sono un porta voce anche se condivido il loro pensiero.
Si sentono offesi per il modo con cui è stata modificata sapientemente con una parola la loro lettera.
Una cosa è dire:”UN FULMINE COLPI’ LE NOSTRE CERTEZZE”
un’altra:” UN FULMINE A CIEL SERENO………..COLPI’ LE NOSTRE CERTEZZE”.
Questa sapiente modifica alla frase modifica totalmente il senso della lettera, e Lei bravissimo e sapiente giornalista  lo comprende meglio di me.
I ragazzi appoiallati sul nastro, come Lei ieri sera li ha definiti, sanno benissimo cosa stava avvenendo e a cosa si andava incontro, ma forse lei non sa che quel 26 LUGLIO
tutti pensavano che tutta l’area a caldo si dovesse fermare il giorno dopo; come in tutte queste situazioni caotiche penso che il significato di un fulmine che colpisce certezze di vita sia un paragone consono alla situazione.
I ragazzi sono un po’ infastiditi perchè non è passato il loro vero messaggio, ed onestamente subire lezioni di vita dal Sig. Ranieri, che qui dentro ne ha combinate di cotte e di crude quando era delegato FIOM, non è andato giù a chi è appoiallato a 70 metri d’altezza da una settimana.
So benissimo che la lettera era lunga e i tempi televisivi sono stretti, ma che senso ha leggere le prime due righe, oppure il passo dove si citano le decisioni dei custodi e poi non leggere le spiegazioni tecniche del perchè sarebbe catastrofico fermare i due altoforni insieme?
Sarebbe stato più corretto continuare a leggere la lettera o non leggerla proprio, secondo il nostro parere.
L’ultima cosa, e poi non Le tolgo altro tempo, erano pronti a parlare al telefono con Lei ieri sera ma poi è saltato tutto perchè loro non erano riprendibili dalle telecamere,
ma non mi sembra che abbiate inquadrato le persone del camino!!!!!!!!!!!!!!!
Spero di essere stato chiaro e non polemico, nel riportare le considerazioni dei miei collaboratori, vogliono solo che passi il loro messaggio che era diretto anche a molta gente interna allo stabilimento che non vive la nostra situazione e che forse pensa che il fallimento dell’azienda non lo riguardi, ma tant’è………..
Se Lei avesse modo di far leggere o di riportare interamente la lettera o non so cosa altro si possa fare, sarebbe un grande regalo per quei ragazzi APPOIALLATI LASSU’ A 70 METRI!

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