Ministro Clini, falso sarà lei

mercoledì, 3 ottobre 2012

Devo una risposta al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che, come doverosamente riporto in questa stessa pagina, accusa L’Infedele di avere propagato falsità a Taranto sull’Ilva. Accusa molto grave, visto la gravità della situazione che abbiamo affrontato con ogni cautela ma, se permette, senza la soggezione al diktat “la produzione a ogni costo” cui egli stesso nelle settimane scorse si era adeguato. Il ministro (invitato) non ha potuto partecipare perchè si trovava negli Stati Uniti. Verso la fine della trasmissione un suo collaboratore ci ha chiesto che il ministro potesse intervenire telefonicamente. Risposta positiva, com’è ovvio, ma la telefonata poi non è giunta. E’ arrivata invece la polemica del giorno dopo, del tutto immotivata. E’ curioso infatti che il ministro in carica si chiami completamente fuori dall’Aia (autorizzazione integrata ambientale) dell’agosto 2011, visto che allora rivestiva l’incarico di direttore del ministero e notoriamente era indicato come l’interlocutore governativo più affidabile della famiglia Riva. Capisco che ora voglia ricostruirsi una verginità, ma in quanti gli crederanno? Quanto al mio annuncio sull’impossibilità di utilizzare la prossima Aia 2012 a fini di indennizzo per danni alla salute, non ho fatto altro che leggere la dichiarazione in merito del ministro Clini, diffusa fra virgolette dall’Ansa poche ore prima. E lui lo sa meglio di me. Visti i precedenti, per concludere, Clini non può certo offendersi se il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, da me intervistato, confida sull’Aia come garanzia per continuare la produzione in deroga al decreto con cui la magistratura ha sequestrato l’area delle lavorazioni a caldo dello stabilimento di Taranto. Una città che meriterebbe ministri capaci di scandalizzarsi quando si dimostra, grazie a una trasmissione televisiva, che certe proteste operaie sono ispirate e coordinate dal padrone della fabbrica che vi ha lucrato miliardi. E invece di lanciare accuse di falso, dovrebbe capire che la sua prossima Aia susciterà obiezioni qualora somigli a un lasciapassare per i Riva e a un ostacolo posto all’azione di bonifica disposta dalla magistratura.

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